Quando si è lettori accaniti, i libri si accumulano in ogni angolo della casa e le librerie gemono sotto il peso di file interminabili di volumi sovrapposti per ottimizzare gli spazi. Così la necessità di nuove librerie si fa impellente e con il loro acquisto l'opera di riordino libri. Chi legge molto, solitamente, colloca i libri in ordine preciso: io li raggruppo per autore, gli autori per argomenti e gli argomenti per affinità. Leggo per lo più saggi, sottolineo, annoto e spesso mi capita di riprenderli in mano per recuperare una determinata frase o rileggere un concetto che mi era piaciuto particolarmente.
In passato leggevo anche molti romanzi, ora gli autori che seguo sono pochi.
Nel riordino ho regalato molti romanzi alla biblioteca e quelli a cui sono più legata sono passati nelle file posteriori: Milan Kundera, Sandor Marai, Berberova, Bulgakov, Hesse, Coelho, Isabel Allende.
Quando si capovolgono le librerie tornano alla mente ricordi, momenti di vita e sensazioni: si riprendono le fila del tempo che è stato e dei cambiamenti che ci hanno coinvolto.
Volumi dimenticati hanno il potere di richiamare alla memoria momenti tristi e gioiosi, legami, relazioni, età.
Quando i libri ci scorrono tra le mani ci portano con loro in un mondo condiviso di spazio e tempo.
E così le associazioni non mancano e seguendo il loro filo ininterrotto ci si ritrova a cercare un volume, proprio quel volume, senza sapere bene il perchè.
E così stamattina mi sono alzata con in testa "Il giuoco delle perle di vetro" di Herman Hesse. Avevo una versione rilegata, molto preziosa (forse per questo la ricordo con precisione) e dopo aver rivoltato decine di volumi nella sua disperata ricerca mi sono arresa.
Introvabile.
Imprestato? Non credo, anche se molti volumi, ahimè, li ho persi in questo modo.
Rubato? Può essere che i ladri si rubino un libro di Hesse insieme ai portafogli? Non credo.
Volatilizzato? Certamente.
Perchè proprio quel libro? Quale messaggio doveva confidarmi?
Mi toccherà ricomprarmelo.
Non sarà la stessa cosa.
Quel libro me lo aveva regalato mio padre.