Visibilità.
Quando si cerca visibilità?
Quando non ci si vede e si ha bisogno della visione degli altri per vedersi.
La visibilità, se ricercata continuamente e compulsivamente, è una prigione che ci lega indefinitamente ad un'immagine che non ci appartiene in quanto derivata dall'esterno.
Quando non siamo capaci di vederci?
Quando siamo stati condizionati a credere di essere sbagliati, non all'altezza,
per cui ci convinciamo che il nostro essere debba essere rettificato e normalizzato.
Questa convinzione ci impedisce di lasciar emergere ciò che siamo nella nostra interiorità privilegiando l'immagine che gli altri hanno di noi. Se per caso venisse a crearsi una situazione in cui il nostro essere entra in conflitto con questa immagine, ne usciamo devastati e disintegrati. Perseguire un'immagine che si scontra con il nostro essere più profondo porta dissociazione, confusione, frustrazione.
Il passaggio necessario a rendersene conto passa attraverso la consapevolezza del proprio disagio, di quella spaccatura che sembra caratterizzarci bloccando la nostra evoluzione. Divenire consapevoli di questa spaccatura ci porta a domandarci da quale lato della stessa vogliamo stare. Siamo abituati a conoscerne uno solo e l'altro ci appare lontano e pericoloso in quanto per raggiungerlo dobbiamo fare un salto nel vuoto. Eppure arriva un momento nella vita in cui quel salto è inevitabile. E quando si trova il coraggio di saltare dall'altra parte ci si può sentire soli in quanto non più corrispondenti alla norma. È solo una percezione riflessa e mantenuta dall'abitudine di una visione distorta. Abbandonare l'immagine è fonte di libertà, espressione e realizzazione.
Ogni percorso è unico e la sua manifestazione deve derivare dall'emanazione della propria interiorità per realizzarsi. Sganciarsi da convinzioni e stereotipi è il passaggio obbligato verso la libertà dell'essere.
Sii libero e spiega le ali verso il cielo perché il mondo visto dall'alto è quanto di più fedele alla realtà possa esistere.
Foto Donatella Coda Zabetta