giovedì 24 febbraio 2022

SIATE CANALI DI LUCE

 Da giorni stavo male. Tensione, irrequietezza, notti pesanti. Mi capita sempre quando sta per succedere qualcosa e inizio a percepirne l'energia nel piano eterico. Ieri in meditazione ho visto piovere fango. 
Poi stanotte la tensione è svanita. Si è concretizzata la manifestazione. La Russia ha invaso l'Ucraina e ci sono stati raid aerei su diverse città.
Quando all'alba ho letto le notizie, dopo un primo momento di smarrimento (sta succedendo veramente?), mi sono chiesta cosa potessi fare. 
La risposta è arrivata in meditazione: sii un canale di Luce.
Ho scritto questo post per un motivo molto semplice: invitarvi a fare lo stesso.
Vi spiego anche le motivazioni alla base della mia richiesta. Nel piano fisico l'energia è vibrazionalmente molto bassa ed è naturale esserne fagocitati. La conseguenza dei nostri pensieri cupi è un ulteriore appesantimento a livello eterico. Appesantimento che nel tempo troverà manifestazione. Se in tanti troveremo la forza, e parlo di forza perché si tratta di un atto volontario con un intento preciso, di focalizzarci sulla Luce e sulla bellezza faremo la nostra parte. Se questo processo si amplificasse a livello mondiale potete immaginarne l'energia.

SIATE CANALI DI LUCE






sabato 12 febbraio 2022

UCCS - UFFICIO COMPLICAZIONE COSE SEMPLICI: RESISTERE AL CAMBIAMENTO

 Quando viviamo una situazione destabilizzante, che altera il nostro equilibrio e ci porta a perseguirne uno nuovo, tendiamo inconsciamente a opporre resistenza per mantenere lo status quo. Non ci piace cambiare la nostra vita, il nostro modo di essere e di rapportarci agli altri: in fondo l'abitudine ci dona quella parvenza di stabilità che ci fa sentire al sicuro. Rinunciare a ciò a cui siamo abituati ci fa paura: ci scombussola profondamente e porta a galla le nostre fragilità. Le fragilità che giacevano silenti all'ombra della nostra illusoria sicurezza. 
Il cambiamento nasce dalla presa di coscienza della nostra vulnerabilità e dalla sua accettazione. Passaggio complesso e faticoso che sconfina il più delle volte nell'UCCS: l'Ufficio Complicazione Cose Semplici (espressione che mi piacque moltissimo quando il Professore di Matematica la usò con mia figlia in merito alla sua arzigogolata maniera di risolvere i problemi). 
Cosa significa esattamente? Che per andare dal punto A al punto B, invece di farlo in modo lineare, passiamo dal punto C, poi svoltiamo sul punto D, ritorniamo al punto E, ci fermiamo al punto F per riprendere dal punto G (😂)  e risalire al punto H fino a giungere a B. 
Come si traduce questa immagine in pratica?
C, D, E, F, G, H rappresentano la manifestazione delle resistenze inconsce che si attivano rendendo il nostro percorso lungo e tortuoso. Ci sono necessarie? Evidentemente sì, perché abbiamo bisogno di tempo per digerire le nostre debolezze e trasformarle in solide fondamenta da cui partire a costruire noi stessi.
Immaginate una costruzione in mattoni: i mattoni che rappresentano le qualità che ci piacciono sono solidi e visibili, mentre quelli che rappresentano le nostre fragilità sono trasparenti (vorremmo non vederle). Come fa una costruzione zeppa di buchi a innalzarsi e a crescere? 
Forti di questa consapevolezza, osserviamo con maggiore oggettività i mattoni invisibili nell'ambito dell'intera costruzione e prendiamo atto della loro importante funzione. 
L'UCCS serve a questo: a recuperare i mattoni invisibili e farne dei punti di partenza per procedere oltre.
Ecco perché quando viviamo un periodo faticoso e destabilizzante le difficoltà sembrano aggiungersi giorno dopo giorno a complicarci la vita: siamo finiti nell'UCCS.
Inutile dire che usciremo dall'UCCS più completi rispetto a quando ne siamo entrati e il punto B sarà il punto di partenza per un nuovo viaggio alla riscoperta di noi stessi.



Foto di cottonbro da Pexels

giovedì 3 febbraio 2022

PERCHÈ "NON SERVE CAPIRE TUTTO"?

 Faccio seguito ai post pubblicati precedentemente nel blog per offrire un ulteriore cambio di prospettiva.
Partendo dal presupposto che vorremmo capire tutto, ma non serve farlo, approfondiamo gli insegnamenti insiti nell'esperienza:
1) APERTURA. Quando ci troviamo di fronte all'imprevisto tendiamo a difenderci e a chiuderci nel nostro compulsivo rimuginare gli eventi. Questo atteggiamento impedisce uno sguardo oggettivo e ci sprofonda in un labirinto di schemi acquisiti rendendoci arrabbiati, instabili e impauriti.
2) PAZIENZA. Quanto ci piacerebbe gestire tutto e farlo in fretta! Eppure non funziona così. Ci sono dei tempi di maturazione essenziali alla nostra crescita che devono essere rispettati.
3) ACCETTAZIONE. Accettare la nostra fragilità e instabilità di fronte agli eventi è il primo passo per porre le basi di un nuovo equilibrio su presupposti più consoni al cambiamento.
4) FIDUCIA. E' importantissima e sebbene l'abbia posta al quarto posto è il fondamento dei precedenti insegnamenti. Purtroppo quando le cose vanno storte, è la prima a vacillare. La fiducia è la consapevolezza della luce in fondo al tunnel anche se non siamo in grado di scorgerla. La fiducia è il nostro cuore che continua a battere e ci fa rialzare dalle cadute. La fiducia è la porta dell'interiorità: quando tutto intorno a noi sembra traballare ci riporta al centro.



Foto di Svetlana🎞 da Pexels

mercoledì 2 febbraio 2022

PERCHE' VORREMMO CAPIRE TUTTO?

 A seguito dell'interesse scaturito dal mio precedente post  NON SERVE CAPIRE TUTTO desidero approfondire la motivazione sottesa al nostro bisogno di dare una spiegazione a ciò che ci accade.
Essa affonda le radici in un altro bisogno: quello di stabilità. Cerchiamo di  controllare le situazioni, sebbene non sia possibile farlo, perché è nella nostra natura tentare di arginare l'incertezza e l'imprevisto. Quando un evento ci spiazza è proprio cercando di comprenderlo che crediamo - o ci illudiamo - di poterne controllare gli sviluppi.
In effetti non perdiamo tempo ad arrovellarci su qualcosa di deciso e scelto da noi a meno che le conseguenze del nostro agire sfocino in una situazione in grado di scardinare le nostre previsioni.



Foto di Jim Richter da Pexels