Quella piccola margherita non era mai stata così felice di sbocciare.
Il suo seme aveva accolto il calore della terra e la fluidità dell'acqua piovana
per maturare e dar vita ad un fragile stelo
la cui forza intrinseca era così intensa
da permettergli di crescere tra le rose di un piccolo giardino.
Era stremante per la margherita farsi strada tra le tante spine che la circondavano,
ma la sua tensione verso il sole era tale da focalizzare tutta la sua attenzione.
Essa sapeva naturalmente che la sua bellezza era effimera
e che il manifestarla era la sua vita.
Impavido il suo stelo tenero e flessuoso continuò la sua ascesa verso il cielo
e quando la luce e il calore del sole lo inondarono
il fiore bianco aprì la sua corolla tra i petali di rosa.
Non avevano importanza le difficoltà incontrate
nè le ferite subite dal suo stelo e dalle sue foglioline durante la crescita.
Non aveva importanza il fatto che le rose avrebbero potuto oscurare la semplicità della sua bellezza.
La piccola margherita gioiva della sua realizzazione.