Mi piace scrivere e oggi è scaturita una storia, dai primi passi compiuti con "I Bambini delle Fate".
Entro in una stanza buia con una candela accesa. Subito mi accorgo che la stanza è affollata, ma la luce della candela è in grado di illuminare solo lo spazio circostante. Devo proteggerne la fiamma con le mani affinché non si spenga.
Mi guardo intorno con attenzione cercando di incontrare lo sguardo di chi mi è accanto. Il mio volto è illuminato e i miei occhi sorridono. Incrocio sguardi curiosi, altri interessati, altri ancora infastiditi o indifferenti. Mantenere il sorriso nello sguardo a volte è difficile, così mi focalizzo sulla fiamma della candela per il tempo necessario a ritrovare la Luce nel cuore.
Mi muovo per la stanza e mi avvicino alle persone. È bello conoscere nuove vie e guardare alle cose cambiando prospettiva. Ascolto, accolgo e condivido con loro la luce della candela.
Ognuno di loro ha una candela in mano: alcuni la accendono avvicinando lo stoppino alla mia fiamma, altri la ripongono in tasca senza pensarci, altri ancora si sono dimenticati di averla.
Ognuno di loro osserva la mia candela accesa; le emozioni che questa osservazione scatena sono molte: gioia, tenerezza, compassione, tristezza, rabbia, disgusto. Ogni emozione sarà un seme che scioglierà l'indifferenza.
Perché l'indifferenza è pericolosa: è il vento freddo che può spegnere la fiamma della candela e farne dimenticare la bellezza, nel buio di una stanza chiusa.