lunedì 31 agosto 2015

IMPOTENZA O ACCETTAZIONE?

E se l'impotenza fosse il contrario dell'accettazione? Se so accogliere, difficilmente mi sento impotente. Osservo e accetto gli eventi che costituiscono la mia realtà e che non sono in grado di cambiare con la fiducia che siano esattamente le situazioni  che mi servono per crescere ed evolvere. Allo stesso tempo così facendo, maturo il distacco necessario a valutare oggettivamente il dispiegarsi del presente per essere libero di scegliere di intervenire in caso se ne manifestasse la possibilità. 
Grazie ad uno stato di presenza consapevole, ci sono, ma non esercito la volontà per debolezza: l'azione segue sempre una presa di coscienza attiva. 
A volte è veramente faticoso osservare silenti e accogliere anche la propria immobilità con serenità, soprattutto quando si è affettivamente coinvolti.
La grande quercia con la sua ampia chioma offre la sua ombra solo al viandante stanco che la ricerca. 
Questo è il suo servizio in silenziosa accettazione.



DEBOLEZZA

Estratto da "Reincarnazione e karma" di Massimo Scaligero:

"La debolezza vera dell'uomo consiste nella sua incapacità di scorgere in sè le cause dei mali che quotidianamente sopporta. Questi mali non possono guarire: gli sono necessari, finchè egli non sviluppi la conoscenza di sè, che lo liberi dall'ingiusta attitudine verso gli altri. L'uomo più debole è colui che si ribella al proprio destino, senza fare alcuno sforzo per conoscerlo: solo il conoscerlo, infatti, gli potrebbe dare modo di trasformarlo. Questo ribellarsi al proprio destino porta inevitabilmente il soggetto ad accusare delle proprie difficoltà gli altri, la Società. il sistema politico, una classe che appare sopraffattrice: come se esistessero classi, o sistemi, o Società, capaci di operare indipendenti dalle leggi del karma. 
Il debole che si ritiene vittima di un destino di cui altri sarebbe responsabile, acquisisce forza mediante l'odio. Senza odio non avrebbe impeto per la funzione redentrice di cui si ritiene investito: è il suo modo di acquisire l'iniziale senso della personalità, il modo più elementare e più negativo: quello, per cui, però, è un candidato alla nevrosi. La nevrosi diviene dinamica politica. L'ego è l'opposto dell'Io, ma è costituito della stessa forza: inversa. Il dolore, che dovrebbe tradursi in forza di conoscenza e perciò in miglioramento del destino, si converte nell'istinto, che paralizza la conoscenza e perciò peggiora il destino."



Questo breve estratto di Scaligero è prezioso. Illumina in modo chiaro "il senso" di quella che è la nostra vita. Un percorso di crescita fondato sull'esperienza che richiede grande coraggio per dispiegarsi alla luce della consapevolezza. Non a caso ho scelto "Il coraggio di ascoltarsi" come titolo del mio primo libro. Personalmente, posso confermare ogni parola. Ho sempre analizzato profondamente la mia vita, il suo dolore, i suoi malesseri fisici ... per ricercarne comprensione e a volte sono anche scivolata nell'errore opposto di riconoscere in me cause che non mi appartenevano. Mi specchio continuamente negli altri per conoscermi meglio ed è capitato che mi ritenessi responsabile di eventi che non dipendevano da me se non per necessità karmica. Questo atteggiamento mi ha insegnato una grande umiltà. C'è un profondo delirio di onnipotenza egoico nel ritenersi responsabile di tutto quello che ci accade intorno. E' fondamentale accettare che ognuno di noi ha un proprio percorso, che sebbene possa incrociare il nostro, rimane strettamente individuale. Le interrelazioni non sono mai casuali, così come non lo sono gli eventi, ma il modo in cui noi li affrontiamo dipende dal livello di consapevolezza che ci caratterizza. La libertà di scelta prende vita dalla conoscenza e dalla comprensione di sè. Ogni esperienza è esattamente quella di cui abbiamo bisogno, ma il tempo necessario a viverla fino a interiorizzarla dipende esclusivamente da noi. Ci possiamo ritrovare cento volte di fronte alla stessa dinamica senza fare alcuno sforzo per cercare di comprenderne il motivo oppure possiamo far tesoro della prima volta e trovare il coraggio di assumerci la responsabilità (l'abilità a rispondervi in modo consapevole) dell'accaduto rendendoci liberi dal karma. La forza dell'odio risiede nella schiavitù. La forza dell'amore risiede nella libertà.

domenica 30 agosto 2015

MEDITAZIONE SUL SILENZIO

Estratto da " Meditazioni metafisiche"di Paramahansa Yogananda:

Il mio silenzio, come una sfera in espansione, dilaga per ogni dove.
Il mio silenzio si propaga come un canto diffuso via radio:
in alto, in basso, a sinistra, a destra, dentro e fuori me.
Il mio silenzio si propaga come un incendio di beatitudine;
le fitte boscaglie delle sofferenza e le alte quercie dell'orgoglio sono in fiamme.
Il mio silenzio, come l'etere, pervade ogni cosa,
portando con sè i canti della terra, degli atomi e delle stelle nell'atrio della Sua dimora infinita.



venerdì 28 agosto 2015

PENSARE LA VERITA'

Estratto da "Guarire con il pensiero" di Massimo Scaligero:

"Il pensiero dell'uomo moderno pensa sempre con la personale autorità della verità: non a torto, perchè, pur manifestandosi individualmente, in realtà scaturisce da un'essenza fondata su sè come un universale. La situazione contraddittoria del pensiero moderno è il suo essere privo di coscienza di tale universale e tuttavia attribuire, con autorità valori universali.  Il suo giudizio ha sempre la forza dell'autorità anche quando erra. Non è l'universale del pensiero che erra, bensì il suo mancare di coscienza della propria scaturigine, cioè dell'universale, indipendente dall'organo mediante cui si manifesta. In realtà l'essenza del pensiero è vera, la sua forma dialettica è di continuo al possibilità dell'errore."



Interessante prospettiva quella di Scaligero. Leggendo queste parole ho immaginato la luce interiore, che ognuno di noi custodisce nel proprio cuore, manifestarsi attraverso occhi coperti da lenti: una bianca e una nera. La bellezza di tutte le sfumature che compongono la Luce svilita a due colori, bianco e nero, dalle lenti del giudizio mentale che prevarica il cuore e lo soffoca nella sua presunzione di verità. Dall'inconsapevolezza di questa osservazione polarizzata, quante parole taglienti prendono vita e offendono e annebbiano l'armonia dell'universo, ergendosi a feroci giudici. Se pensiamo al grande valore attribuito alle parole e allo scarso valore riconosciuto all'esperienza (fonte di consapevolezza) è semplice comprendere la confusione imperante e la divisione esistente.
Oggi propongo la giornata senza lenti. Nulla è solo bianco o solo nero e ogni colore è necessario al dispiegarsi dell'armonia universale. Compresi quelli che ci piacciono di meno. Tutti hanno una precisa ragion d'essere, per cui apriamo il cuore e accogliamo ogni evento con apertura, leggerezza e grande umiltà.

martedì 25 agosto 2015

LIBERTA' E KARMA

Estratto da "Reincarnazione e karma" di Scaligero:

" Che l'uomo non viva una sola vita, ma ogni volta ritorni sulla Terra, per compiere ulteriori esperienze, è una conoscenza che fu familiare al mondo antico. A un determinato momento della storia dell'uomo, fu necessario che tale conoscenza venisse smarrita da lui, perchè essa lo vincolava troppo al ricordo dell'originaria patria spirituale, impedendogli un'autonoma relazione di pensiero con la Terra fisica. La scienza della Sopranatura gli evitava di sviluppare una Scienza della Natura, necessaria a esprimere attività razionale e autocosciente al livello sensibile."



Sorrido quando leggo spunti che mi riportano al mio lavoro di ricerca. Dopo anni di domande, mi diedi la  stessa risposta riportata in queste poche righe di Scaligero. 
Sarebbe stato più semplice leggerlo prima, direte voi, ma posso assicurarvi che non l'avrei compreso e, comunque, non avrei interiorizzato la risposta allo stesso modo. 
Nel libro "Il coraggio di ascoltarsi" affronto il tema dell'incarnazione e quello del karma in stretta correlazione con l'idea di libertà. Dimenticando la propria appartenenza, l'uomo  è divenuto libero di scegliere e, grazie ad un percorso verso l'autocoscienza, ha sviluppato il pensiero razionale e la capacità di compiere delle scelte consapevoli. In questo passaggio ritrovo un immenso atto d'amore : la libertà di tornare "a casa" per scelta consapevole e il rispetto dell'unicità individuale.
Ora ci troviamo di fronte ad una nuova trasformazione che avvicina sempre più l'uomo al momento di questa scelta consapevole, che verrà rispettata, qualunque essa sia. 
La scelta si dispiega proprio nel riconoscimento della propria parte Spirituale nell'incarnazione, con l'integrazione di fisicità ed essenza Sovranaturale. La via del cuore: la mente torna ad essere strumento del cuore e non agisce più indisturbata seguendo le pulsioni egoiche. Dal dualismo (Spirito/Materia) necessario al manifestarsi della libertà di scelta, si torna all'Uno. Per questo motivo possiamo osservare, in questo periodo storico, l'inasprimento sempre più pronunciato degli estremismi e la conseguente consapevolezza di quanto siano pericolosi per il benessere e l'armonia. 
La bellezza dell'amore. L'intelligenza dell'amore.

lunedì 24 agosto 2015

LA MEDITAZIONE

Estratto da "Reincarnazione e karma" di Scaligero:

"Le discipline della Concentrazione e della Meditazione 
hanno appunto il compito di portare a obiettiva manifestazione le forze interiori 
minimamente sollecitate dall'ordinaria espressione razionale. 
Tali discipline danno modo al pensiero di realizzare la sua natura cosmica,
cioè la sua entità indipendente da ogni pensato."

Il pensatore di Auguste Rodin

Poche pagine prima, Scaligero scrive:"Nel volere operano le forze dell'avvenire, nel pensiero quelle del passato.", operando una distinzione chiara tra pensiero puro e pensiero razionale. Descrive il  pensiero puro come una forza in cui vive il volere indipendente, non filtrato cioè dal karma, dal passato, dalla corporeità (intesa come umanità vincolata alle umane paure, debolezze e emozioni.). Potremmo definire il pensiero puro un pensiero oggettivo, a differenza dell'altro tipo di natura soggettiva. Il pensiero oggettivo richiede distacco, assenza di giudizio e di attaccamenti. La meditazione e la concentrazione aprono le porte a questo tipo di pensiero, ma solo dopo aver lavorato profondamente su di sè e sulla propria "materialità" per liberarsi dal filtro egoico soggettivo. Il pensiero puro lascia il corpo libero alle sue leggi, cioè alla saggezza della sua spontaneità.

domenica 23 agosto 2015

sabato 22 agosto 2015

IL VALORE DEL SAPERE

Estratto da "Reincarnazione e karma" di Massimo Scaligero:

"L'ESPERIENZA INTERIORE INDIVIDUALE DEVE PARLARE, 
PIUTTOSTO CHE L'INAPPUNTABILE SAPERE, 
CHE, MALGRADO LE MIGLIORI INTENZIONI, 
ESTINGUE L'ELEMENTO PERENNE DELL'INSEGNAMENTO 
CON L'ALIBI DELLA FEDELTA' AD ESSO."


Quando ho letto questa frase di Scaligero, il mio cuore ha sorriso. Si riferisce a qualcosa che sento profondamente e che condivido. Ritengo l'esperienza individuale la base della crescita, così come sento che un buon insegnamento debba lasciar liberi coloro che si avvicinano ad esso e insegnare loro a muoversi autonomamente, riscoprendo le proprie potenzialità e arricchendo quanto imparato con la propria unicità. L'evoluzione è movimento e cambiamento, se così non fosse l'uomo sarebbe rimasto un clone a se stesso.  
L'insegnamento perde inevitabilmente la sua valenza oltre il circolo di coloro che hanno vissuto a stretto contatto con il Maestro e ne hanno assaporato l'onda energetica. Chi è stato in grado di creare un insegnamento ha illuminato la via e quelli che gli si sono avvicinati erano i pochi pronti a coglierne il valore. La storiografia ci mostra con grande chiarezza quanto i veri Maestri siano stati osteggiati dalla gente della loro epoca e siano stati compresi solo parecchio tempo dopo. 
I precursori di nuove idee si trovano inevitabilmente a lottare contro l'abitudine degli schemi mentali e della moralità e per questo motivo devono avere una grande forza interiore e accettare il sacrificio loro richiesto. Chi li avvicina è pronto a percepirne la forza, ma non sempre è pronto a ritrovarla dentro di sè: questo fa sì che viva di luce riflessa durante la vita del Maestro, ma non abbia la capacità di rielaborare il vissuto a sua volta per trasformarlo e offrire nuovi stimoli assonanti con l'evoluzione dell'uomo, che nel frattempo è cambiato. Risulta scontato che l'insegnamento perde a poco a poco la sua valenza illuminante, per trasformarsi in sterile conoscenza. Se poniamo il caso che venga trasmesso per sentito dire da coloro che non erano pronti a comprenderlo, oltre a perdere la sua valenza, ne risulta svilito. 
Eppure viviamo nell'epoca dell'insegnamento rivisitato con nomi eclatanti, ma spesso non supportato da una rielaborazione esperienziale di tipo individuale. Così ci riempiamo la testa di nozioni, legandoci ben stretti al nostro ego ridondante e sentendoci illuminati.

venerdì 21 agosto 2015

L' EQUILIBRIO, ESPRESSIONE DI LIBERTA'

In questo periodo sto leggendo alcuni volumi di Massimo Scaligero. Mi erano stati consigliati dal mio editore a settembre dell'anno scorso in occasione del convegno di Cattolica. Quando arrivai a casa, iniziai a leggerli, li trovai complicatissimi e li riposi in biblioteca. Non ero pronta. Qualche settimana fa scelsi di riguardarli e li sto leggendo con grande interesse. Sono un dono prezioso, ma sono stati necessari altri passi nel cammino per potervi accedere. 
Da oggi posterò qualche estratto particolarmente significativo, cercando di fare del mio meglio per renderlo semplice e accessibile: da "Reincarnazione e karma" di M. Scaligero - Edizioni  Mediterranee:

"L'uomo crede erroneamente che lo spirituale sia quello che egli si aggiusta come tale dentro di sè: ma proprio questo spirituale arrangiato nella psiche, deve sparire, se al suo luogo deve esserci autentico contenuto spirituale: se vuole che il reale Sovrasensibile penetri nell'anima. Ma a ciò il veicolo attuale dell'uomo è la libertà. Un energico sforzo di liberazione dell'Io dall'antica anima senziente-razionale, mediante l'ascesi del pensiero, è richiesto all'iniziato moderno. Ad ostacolare tale possibilità oggi esistono correnti spiritualistiche che trattano i loro seguaci come bambini da guidare verso il Sovrasensibile mediante una somma di conoscenze gnostiche, ritualismi, simbolismi, una minuziosa filologia esoterico-critica, un tradizionalismo pregno di nozioni mistiche. A questi discepoli viene impedito, mediante una sorta di esaltazione cognitiva, lo sviluppo della qualità essenziale dello Spirito dell'attuale epoca: l'attività delle pure idee, che sola può dare contenuto vivo al formalismo esoterico. In tal senso lo Spiritualismo esercita una funzione non diversa da quella del Materialismo. Ambedue hanno il compito di impedire che l'uomo scopra in sè la sorgente della forza e da essa senta scaturire il suo essere libero: non vincolato alla dialettica della Materia, ma neppure a quella dello Spirito. Vero metodo esoterico è quello che dà modo di ritrovare la pura forza-pensiero oltre la forma dialettica."

Ho scelto di postare questo pensiero in quanto evidenzia due tratti evolutivamente molto importanti per l'uomo attuale: la libertà e il potere personale. Libertà che si manifesta non solo attraverso il superamento del filtro mentale creato dagli schemi dell'abitudine, dagli attaccamenti e dal coinvolgimento emotivo, ma anche grazie al distacco dalla propria storia personale di tipo karmico. Ci sono esperienze che abbiamo scelto consapevolmente per crescere ed evolvere, prima dell'incarnazione, e che in qualche modo danno vita al nostro destino. Inevitabilmente ci troviamo davanti agli effetti di cause che noi stessi abbiamo generato antecedentemente, pur avendone perduta la memoria (il karma). L'esperienza rappresenta, a questo proposito, la base per la conquista dell'autocoscienza e della libertà. La spiritualità a cui fa riferimento l'estratto di Scaligero fa leva al contrario sull'ego individuale vincolandolo a restare tale e fermandone il divenire evolutivo. Si tratta di una forma di schiavitù (che sia legata alla conoscenza, agli effetti speciali o all'illusione poco importa, in quanto tale rimane, pur assumendo forme differenti a seconda delle debolezze individuali) che allontana sempre più l'uomo dalla propria libertà e dal proprio potere personale. Spesso si sente osteggiare il Materialismo, ma raramente si fa menzione ad uno Spiritualismo altrettanto estremo. Essere spirituali è stare in equilibrio, vivendo con intensità ciascuna esperienza, traendone insegnamento e forza per assumersi  la responsabilità di scegliere con libertà il proprio percorso.

PS: temo di essere stata troppo complicata, nel caso avvisatemi. Sono pronta a leggere e comprendere Scaligero, ma forse non sono ancora pronta a trasferirne i concetti con semplicità.





domenica 16 agosto 2015

LO ZOO UMANO

Mi piace osservare le persone. Ascoltarle. Sentirle. 
In questo periodo si possono incontrare tantissimi tipi di persone, ma ad accomunare la maggior parte di loro è la gabbia dorata in cui sono addormentate. Una prigione fatta di insicurezze, paure ed emozioni, che lascia trapelare solo le loro debolezze.
C'è il tipo arrabbiato perenne che urla e sbraita per un nonnulla, c'è il tipo vittima delle angherie del mondo intero, c'è il tipo "sto così male" che ti snocciola con facilità un elenco di malanni da far invidia ai reparti di un ospedale, c'è il tipo "so tutto io" che ti insegna a vivere, c'è il tipo depresso che  appena lo incontri rabbuia il sole, c'è il tipo "fulminato" che elargisce agli altri pillole di saggezza e ha mille problemi lui stesso, c'è il tipo di "potere" che deve mostrarsi sempre migliore e più dotato di tutti gli altri così come c'è il tipo "non valgo nulla, fai di me quello che vuoi perchè non credo in me stesso", c'è il tipo "aspettativa" alla continua ricerca di risposte ... da chi gli capita a tiro, c'è il tipo sognatore che ha fatto dell'illusione la sua realtà e guai a toccargliela, c'è il tipo "manipolatore" che se posso guadagnare qualcosa dalla tua debolezza non ci penso due volte, c'è il tipo "lavoratore indefesso" che non sa staccare e pensare ad altro che al lavoro e c'è il tipo "disinstallato" che il collegamento l'ha perso da tempo, c'è il tipo ipocrita che dire quello che pensa è impossibile e c'è il   tipo buldozzer che la sua verità la spara a zero su tutti indistintamente, c'è il tipo egoista della serie esisto solo io e c'è il tipo così altruista da dimenticarsi di esistere, c'è il tipo che la diversità è un dramma e c'è l'estremista che fa della diversità una bandiera per dichiarare guerra ...
Insomma ce n'è per tutti i gusti. Non fosse che quelle gabbie mettono una grande tristezza, ci sarebbe da divertirsi un bel po'.




sabato 15 agosto 2015

LASCHIAMO LE VELE

E' bello abbandonarsi al vento della vita.
Accogliere ogni esperienza senza nutrire aspettative.
Vivere ogni relazione con serenità e in assenza di giudizio.
Accettare le proprie imperfezioni con leggerezza.
Volersi bene e arrendersi all'amore.
Per essere liberi.
Liberi di essere.




giovedì 13 agosto 2015

RIPOSARE

Ci sono momenti nella vita in cui il riposo diviene un bisogno prioritario. 
Siamo abituati a correre freneticamente tutti i giorni e il nostro corpo deve potersi ricaricare per stare bene. Solo che spesso siamo talmente focalizzati all'esterno sulle cose da fare, sugli impegni da mantenere, sulle relazioni da seguire ... che ci dimentichiamo di dedicare attenzione a noi stessi, ignorando la stanchezza che ci caratterizza.
A poco a poco non ci ascoltiamo più e il nostro corpo deve inventarsi segnali sempre più eclatanti per fermarci: così ci ammaliamo. Il problema è che quando ci fermiamo nella malattia, difficilmente riusciamo a ottenere quel riposo ristoratore di cui avremmo necessità. 
Vi siete mai chiesti perchè quando si inizia un periodo di stacco dal lavoro solitamente emergono mille piccoli acciacchi? La vacanza è il momento ideale per scaricare tutte le tensioni e lo stress accumulato nei mesi invernali. Abbiamo tirato la corda continuamente senza mollarla mai e di colpo la lasciamo andare e ci schiantiamo al suolo sotto il peso degli sforzi fatti. E questo peso ce lo sentiamo tutto rovinosamente addosso di punto in bianco. E passiamo le vacanze a porvi rimedio per essere pronti a ricominciare.
Oggi propongo la giornata della siesta. Non è necessario essere in vacanza per potersela permettere. Basta ricordarsi di cambiare ritmo e dedicarsi anche solo 10 minuti di stacco ogni tanto. 
Non si tratta di un'impresa irraggiungibile se la facciamo rientrare nelle nostre priorità. 
10 minuti solo per noi stessi a fare quello che ci piace: un pisolino, una passeggiata, un buon libro (il mio ;-)), un po' di musica o semplicemente un meraviglioso dolce far niente.



mercoledì 12 agosto 2015

CAMBIAMENTI

I cambiamenti accompagnano la nostra vita regolarmente. Difficilmente il tempo scorre sempre uguale e questo permette alla nostra vitalità di emergere e manifestarsi.
Se la stabilità e la sicurezza da un lato ci fanno sentire protetti, dall'altro rendono il nostro mondo povero di esperienze. Al di là di questa considerazione, tendiamo a vivere ogni eventuale ingerenza nella nostra routine quotidiana in modo molto soggettivo.
Vorremmo programmare il nostro viaggio fin nei minimi dettagli: data e ora di partenza, fermate, cambi di direzione, soste, discese ... forse le poche cose su cui glissiamo sono le salite e la data d'arrivo!
Eppure la vita (o chissà il nostro sè) adora ribaltare i nostri piani. Ci ammaliamo, perdiamo il lavoro, gli affetti ... e la bussola.
Sì perchè ogni evento di questo tipo è in grado di disorientarci più o meno a lungo, inducendoci  a focalizzare l'attenzione sulla parte materiale e organizzativa.
Personalmente mi sono trovata spesso ad affrontare scelte e cambiamenti drastici e a salvarmi dall'atteggiamento "ahimè che sfacelo!" è stata la capacità di centrare l'attenzione sulla parte spirituale. Interiormente ho sempre percepito, forte e chiaro, che l'evento l'avevo in qualche modo scelto o causato io (la parte di me più evoluta) per comprendere qualche dinamica che mi portavo dietro e che ero pronta a risolvere.
Avendo naturalmente un approccio alla vita da "spaccapalle" (permettetemi il termine), non mi è mai stato difficile indagare e rovistare nel mio inconscio alla ricerca della dinamica sotterrata. La risoluzione della stessa prosegue sempre di pari passo con quella del problema materiale. 
Certe volte mi ci sono voluti anni a risolverla, perchè gli "spaccapalle", come ben sapete, sono ossi duri e non mollano la presa facilmente e, spesso, sono proprio di coccio e hanno bisogno di scartavetrarsi contro un muro di cemento per arrendersi all'evidenza dei fatti.
Eppure è una via testata di grande efficacia. 
La trasformazione si è sempre rivelata una scelta verso il benessere e l'armonia e questa consapevolezza mi porta oggi a vivere ogni cambiamento (anche il più faticoso e catastrofico) come una meravigliosa opportunità.



martedì 11 agosto 2015

VULNERABILITA'

Quando ci sentiamo vulnerabili e ci relazioniamo all'esterno, può capitare di incontrare persone molto centrate su se stesse che involontariamente ci feriscano o persone, sempre molto centrate su se stesse, che volontariamente approfittino della nostra debolezza per sentirsi migliori. 
E' quasi automatico identificare la propria debolezza come la causa scatenante del malessere generato dalla ferita subita, e tendere a rifiutare la propria sensibilità "giudicandola". 
Quando ci sentiamo vulnerabili, siamo scarichi energeticamente, tendenzialmente tristi e più aperti alla sofferenza che alla gioia. A ferirci non sono tanto i fatti o le parole di altri, ma l'incapacità a reagirvi. In una situazione di vulnerabilità è facile cedere il proprio potere personale all'altro perchè ci si aspetta qualcosa o si ricerca comprensione. Questo atteggiamento spalanca le porte alla possibilità di essere feriti, non certo la vulnerabilità stessa. La comprensione di questa dinamica è uno strumento importante per centrarsi nuovamente e riprendere in mano il proprio potere personale.
Quando questo passaggio risulta drammaticamente faticoso e fa emergere rabbia e frustrazione?
Quando da bimbi ci siamo sentiti spesso vulnerabili e impotenti di fronte all'azione degli adulti. Questa vecchia ferita, se non adeguatamente elaborata, potrebbe facilmente riprendere a sanguinare in concomitanza di tali situazioni. In tal caso, il senso di impotenza resta indissolubilmente collegato alla percezione della vulnerabilità, scatenando dolore, rabbia e frustrazione. Rabbia a questo punto molto importante, se trasformata adeguatamente, nel presente, alla luce della consapevolezza, nell'energia indispensabile a riprendere le redini della propria vita e del proprio potere personale.
L'altro non può ferirmi perchè io, in realtà, sono libero di scegliere di allontanarmi, di rispondere, di fare scelte differenti, di sciogliere le catene della mia dinamica grazie al suo prezioso aiuto.
E quando alle due di notte mi sveglio agitato e arrabbiato con il "rododendro (il roditore che mi scava dentro)"per qualcosa accaduto durante la giornata che ha ferito la mia sensibilità, respiro profondamente, osservo il mio corpo adulto e scelgo la libertà, ringraziando l'universo per accompagnarmi nella crescita trasformando ogni evento in una meravigliosa opportunità.




lunedì 10 agosto 2015

INTERESSANTE SPUNTO DI RIFLESSIONE

Estratto da Lieh Tzu - Il classico taoista della perfetta virtù del vuoto - curato da A. S. Sabbadini:

"Se in una gara la posta è solo un gettone,
ti senti un giocatore capace;
se la posta è una fibbia di pregio,
ti senti insicuro;
se la posta è oro genuino,
sei sull'orlo di una crisi di nervi.
Eppure la tua abilità è la stessa.
Ma quando dai importanza a qualcosa,
dai peso a ciò che è fuori di te;
e chi dà peso a ciò che sta fuori diventa goffo dentro".








domenica 9 agosto 2015

SPERANZA O ILLUSIONE?

Sono tempi duri. Rimanere centrati è sempre più faticoso. Estraniarsi dal mondo non è possibile, ma starci immersi con distacco, assumendo un atteggiamento neutrale, richiede tantissima energia.
La neutralità si basa sull'accettazione e sulla profonda elaborazione delle proprie paure e debolezze, per non risuonare con le tante emozioni che aleggiano nell'aria. Farsi travolgere dalla rabbia o dal giudizio è un attimo. Identificarsi con l'aggressività e schierarsi dalla parte che "giudichiamo giusta", perdendo oggettività, accade spesso senza che ce ne rendiamo conto. Fare i conti con la propria rabbia latente, con i propri sensi di colpa, con le proprie ferite è molto doloroso: per questo la via più facile è quella di scaricare il dolore ergendosi a paladini della "verità".
Un paio di giorni fa sono stata invitata da una carissima amica, amante dei lupi come me, a vedere un film di J.J. Annaud "L'ultimo lupo". Ne guardai il trailer e subito mi resi conto che la visione non sarebbe stata facile per il carico di violenza che comportava. Mi ascoltai e scelsi di accompagnarla comunque, sicura che ne avrei ricavato un insegnamento. Nulla avviene mai per caso.
Fu una fatica immane l'osservare il susseguirsi delle scene del film. Speravo che la bellezza delle immagini e dei paesaggi avrebbe attutito la durezza del tema, ma era semplicemente l'illusione a cui mi aggrappavo. Da una parte primeggiava la figura dell'uomo "distruttore", senza alcun rispetto, dall'altra quella del "presunto salvatore", ahimè, inconsapevole. Al centro la figura del vecchio mongolo, il vero lupo della steppa, che osservava gli eventi senza intervenire e senza giudicarli, con estrema pazienza. La  saggezza era nella neutralità del suo operato, a tratti addirittura commovente.
Pensavo di mantenere distacco nell'osservazione, ma mi sono accorta quanto le azioni del "presunto salvatore inconsapevole" che il vecchio viveva con grande oggettività, mi fecero provare rabbia, mentre vivevo con maggior tolleranza la figura dell'uomo distruttore. L'azione del giovane cinese, che aveva scelto di allevare un cucciolo di lupo in cattività risuonava troppo con le mie ferite del passato per lasciarmi indifferente: riportava alla luce il dolore legato all'ingiustizia (ma chi sono io per decretare cosa sia giusto?), alla mancanza di rispetto per la propria natura (ho faticato così tanto ad accettarmi ...) e all'inconsapevolezza (come se fossi nata consapevole e avessi dimenticato tutti gli sforzi fatti per iniziare a divenirlo!). Insomma è bastato un film a farmi osservare quanto ancora debba lavorare su di me. Il finale del film ha rincarato la dose evidenziando la mancanza di fiducia che aveva distinto la mia percezione, fiducia in un progetto più grande che aveva reso ogni azione (anche la più nefasta) necessaria al dispiegarsi del piano. La neutralità del saggio mongolo  rimandava questa incontrastata fiducia in ogni gesto, parola, azione.
Gli insegnamenti che dovevo accogliere sono stati molteplici. L'inutilità dell'aggrapparsi alla speranza supportando l'illusione e l'importanza del vivere gli eventi nel presente con grande neutralità, consapevole che vi è un progetto più grande in cui aver fiducia al di là dell'incomprensione che un'osservazione soggettiva può scatenare. 
Grande umiltà, coraggio e pazienza sempre a disposizione.



sabato 8 agosto 2015

8 AGOSTO 2015

Ammetto che non ero al corrente che oggi fosse una data importante per l'apertura di un portale legato al numero 8: la data odierna corrisponde, infatti, all'8 agosto (8) 2015 (la somma dà 8).
Non ho mai preso troppo sul serio l'indicazione di date precise a segnalare cambiamenti di rilievo, che, per quanto mi riguarda, richiedono tempi molto più dilatati per manifestarsi.
Ho scelto però di condividere la mia percezione, basata sull'esperienza e sull'osservazione di questi ultimi mesi, vibrazionalmente molto particolari.
Dalla fine del 2014 il cambiamento vibrazionale ha coinvolto, infatti, anche i meno sensibili alle energie sottili. Lo ha fatto in modo molto pratico: facendo saltare punti di riferimento esterni e certezze. Questo ha creato grande confusione e destabilizzazione. La reazione immediata è stato un potenziamento del mentale (si è pensato molto di più) nell'illusorio tentativo di controllare la situazione. Ci si è concentrati, quindi, molto più sulla materialità e la spiritualità che ha preso piede si è spesso posta come una via di fuga dalla realtà, concentrandosi sugli effetti speciali, più che su una consapevolezza corporea alquanto faticosa in quanto inevitabile specchio dei disagi provati. 
Tante parole sono state spese sul risveglio e poche esperienze sono state portate avanti in tal senso. Risvegliare il nostro corpo in questo momento è doloroso e difficile, ragion per cui è risultato più semplice illudersi che tecniche dai nomi accattivanti e strapagate possano farlo al posto nostro agendo sui corpi sottili, sui chakra e via di seguito (leggo sempre con grande interesse i nomi inventati a copyright delle nuove versioni rivisitate per fare business). La richiesta genera l'offerta e la "spiritualità" si diffonde. 
E qui torno ad un concetto a me molto caro e sul quale ho molto insistito nel libro "Il coraggio di ascoltarsi" : noi siamo spirito incarnato in un corpo fisico e ci possiamo realizzare solo accogliendo la totalità della nostra natura. Come possiamo risvegliare i corpi sottili, se non siamo nemmeno capaci di risvegliare il nostro corpo fisico?
Mi piace vedere nei due cerchi dell' 8 (simbolo per altro dell'infinito se proposto orizzontalmente) la  nostra natura materiale e spirituale in perfetto equilibrio. Non è richiesta alcuna scelta in tal senso, entrambe ci appartengono e proprio nel punto di unione centrale risiede l'equilibrio.
Equilibrio raggiungibile in posizione neutra, permettendo al cuore, sede della nostra fiamma spirituale, di dirigere la mente. Essere spirituali è essere in armonia con se stessi e con gli altri nella vita di ogni giorno. E' lo stare bene con il proprio corpo che si realizza quando pensiero, sentimento ed azioni sono allineati. 
E' un lungo percorso quello in direzione della consapevolezza che parte dal corpo per raggiungere il cuore. Non è possibile arrivare in vetta senza camminare, sperimentare, comprendere, elaborare, lasciar andare e talvolta fermarsi a riprendere fiato.  
Mantenersi aperti e al di là del giudizio faciliterà la salita e donerà l'umiltà necessaria ad affrontarla. Partiamo dai nostri piedi a camminare, non dai pensieri della nostra testa. I piedi ci riporteranno immediatamente a terra a fare i conti con le nostre paure e debolezze, ma le nostre radici sono lì. 
Si è mai visto un albero fatto di soli rami che dal nulla si elevano al cielo? 











venerdì 7 agosto 2015

SAPERSI ASCOLTARE

Sapersi ascoltare è accogliere i suggerimenti del cuore 
anche quando la testa ci impone una scelta diversa. 
Sapersi ascoltare è accettare la naturalezza e la semplicità di ciò che si sente 
al di là dei "si deve" o "non si deve fare". 
Sapersi ascoltare significa fermarsi, a volte, 
per osservare in silenzio.
Sapersi ascoltare è attendere con pazienza 
il dispiegarsi degli eventi, senza forzarli.



giovedì 6 agosto 2015

FERMARSI

Mi capita sempre più sovente di leggere o di sentire persone che decidono di interrompere temporaneamente quello che stanno facendo per prendersi una pausa. Che sia una scelta attiva o subita per contrattempi vari, non ha grande importanza: segnala, comunque, un bisogno introspettivo che sembra manifestarsi con grande intensità in questo periodo. Come a volersi ritrovare al di là della confusione che sembra aleggiare nell'aria. Il mondo delle relazioni è faticoso, così come il mantenere pensieri positivi e centratura in un percorso che propone continuamente salite più o meno ripide per arrivare al proprio cuore. Tutto sembra essersi irrimediabilmente complicato troppo, come in una Babele immaginaria di ego attenti solo alle proprie necessità. Un ascolto empatico è raro a trovarsi, mentre abbondano le discariche emotive di dolore, rabbia e rassegnazione. Anche i corpi sembrano evidenziare questa assenza di stabilità: problemi alle anche, alla schiena, alle articolazioni, ossa rotte, esaurimenti e depressioni coinvolgono sempre più persone in questa importante pausa di riflessione.
E' difficile fare i conti con il dolore e riuscire a cambiare prospettiva quando ci coinvolge. E' difficile trovare la forza di restare fermi nelle sabbie mobili della sofferenza e accettarne il decorso. Si vorrebbe avere la bacchetta magica e cambiare scenario velocemente. Ma velocità e comprensione non vanno di pari passo. Il dolore deve essere elaborato e integrato, prima che sia possibile lasciarlo andare. Il divincolarsi frenetico non farà che accelerare il nostro sprofondamento. Il problema è che l'agitazione fa parte di noi, dei nostri ritmi sempre in corsa. Abbiamo perso la capacità di stare fermi senza sentirci inutili e persi: come se il fare fosse in grado di attribuirci valore.

La domanda che sorge spontanea è questa: siamo ciò che facciamo? 




lunedì 3 agosto 2015

SAI PERCHE' TI COMPORTI IN UN DETERMINATO MODO?

Ti sei mai soffermato a riflettere sulle cause che scatenano il tuo comportamento o ti accontenti di accettarne la manifestazione?
Questa riflessione mi piace un sacco. Rispecchia il mio profondo bisogno di comprensione.
Se non conosco le cause, non sarò mai in grado di prevedere gli effetti del mio operato. Posso riconoscere ciò che sta per accadere solo in base a ciò che è stato. Quando agisco nell'ambito della relazione, non posso valutare le mie azioni solo secondo i miei criteri: la verifica emergerà inevitabilmente dal giudizio dell'altro.  Se l'intento che dirige la mia azione è di bene, raccoglierò bene. Se l'intento che dirige la mia azione è filtrato da emozioni di rabbia, invidia, gelosia, raccoglierò i loro frutti. 
La purezza dei miei pensieri determina il corso della mia vita. Se il giudizio caratterizza ogni mio pensiero, le azioni non potranno che creare separazione e divisione.
Non è semplice acquisire il distacco necessario a osservare il mondo con amore in qualunque modo esso si manifesti. Questo non significa condividerne ogni dimensione, ma imparare ad accettare tutte le infinite sfaccettature che lo compongono, senza giudicarle.
Nel momento in cui le giudico, infatti, faccio parte io stesso del mondo che tanto disprezzo.




sabato 1 agosto 2015

OSSERVI CON IL CUORE O CON LA MENTE?

Estratto da "Lieh Tzu" - traduzione e cura di Augusto Shantena Sabbadini:

"Un uono aveva perso la sua ascia e sospettò il figlio del vicino.
Osservò la condotta del ragazzo: il suo modo di camminare, l'espressione del viso, il linguggio,
tutto indicava chiaramente che il ragazzo aveva rubato l'ascia.
Tutti i suoi movimenti, tutti i suoi atteggiamenti erano quelli di un ladro di asce.
Poco dopo, scavando in giardino, l'uomo ritrovò la sua ascia.
Quel giorno, quando tornò a vedere il figlio del vicino,
nulla del comportamento o degli atteggiamenti del ragazzo suggeriva che 
avrebbe mai potuto rubare un'ascia."

"...(questi) frammmenti illustrano come l'inquinamento delle passioni e delle proiezioni possa frapporre un velo fra noi e la realtà e condizionare il mondo che vediamo. Deliziosa, in questo senso, la storia del contadino che ha perso la sua ascia e sospetta il figlio del vicino."



Alzi la mano chi non è mai incappato in tali pensieri. Quante volte, ritrovandoci in situazioni spiacevoli, ne abbiamo addebitato la causa a chi ci era vicino e non abbiamo saputo accoglierne la responsabilità? Siamo stati travolti dalle circostanze e sulla scia dei nostri preconcetti siamo saliti in cattedra a puntare il dito contro qualcuno? 
Rimanere incagliati nei meandri della mente è perdersi nelle proprie debolezze. 
Rimanere aperti al flusso degli eventi è seguire il cuore.

A seguire  dal volume "Lieh Tsu":

"Quando avrai imparato a riconoscere le conseguenze si potrà dire che sai conservare la tua integrità."
dice Huzi nel racconto a seguire. "Per favore parlami del riconoscere le conseguenze" chiede Liezi.
"Voltati a guardare la tua ombra e capirai." risponde Huzi.
L'incurvarsi e il raddrizzarsi del corpo fa incurvare e raddrizzare l'ombra: tali azioni dipendono dal corpo, non dall'ombra. Riconoscere le conseguenze ci porta a saperne gestire le cause.

"Guan Yin disse a Liezi: "Se le tue parole sono belle, la loro eco è bella; se le tue parole sono brutte, la loro eco è brutta. Se il corpo è lungo, così è la sua ombra; se il corpo è corto, così è la sua ombra. La fama è come un'eco, le azioni sono come un'ombra. Perciò si dice: Fai attenzione alle tue parole, perchè così sarà la tua fama; fai attenzione alle tue azioni, perchè saranno imitate."