venerdì 22 ottobre 2021

PAROLE AL VENTO

 Parole al vento:
affollano l'aria e la rendono irrespirabile.
Aleggiano pesanti
infilandosi e disperdendosi ovunque.
Orecchie indifferenti le sentono senza ascoltarle.
Bocche inconsapevoli le pronunciano senza pesarle.
Mi rifugio nel battito del mio cuore,
in silenzio.


Foto di Gelatin da Pexels

sabato 16 ottobre 2021

ATTENZIONE

L'attenzione è un processo cognitivo molto importante. Ci permette di vedere, di filtrare le informazioni, di rimanere centrati e focalizzare le nostre risorse senza disperderle. L'attenzione ci rende coscienti di noi stessi e del nostro stare nel mondo. Eppure siamo carenti in attenzione.
E la prima evidenza di questa nostra mancanza è la presunzione di poter elaborare la mole di informazioni che ci circonda senza fare i conti con i limiti del nostro sistema cognitivo.
Leggendo Yuval Noah Harari "21 lezioni per il XXI secolo", volume di cui consiglio la lettura, una frase  (pag. 33) mi ha particolarmente colpito per la sua attualità:

"Il panico è una forma di arroganza. Deriva dall'atteggiamento compiaciuto di chi sa con esattezza
dove sta andando il mondo - verso il basso. Un atteggiamento perplesso è più umile,
ed è inoltre potenzialmente capace di una visione più lucida.
Se siete tentati dal correre giù in strada gridando 
"L'Apocalisse è vicina!"
provate a ripetere a voi stessi:
"No, non si tratta di questo. La verità è che non capisco cosa stia accadendo nel mondo".


Siamo immersi nella confusione dei nostri stessi pensieri e la nostra soglia attentiva è talmente alta da risultare irraggiungibile. Non riusciamo più a concentrarci, a mantenere motivazione e disciplina, a vedere con chiarezza ciò che vogliamo, ad ascoltarci al di là della tempesta emotiva che ci fagocita. Se proviamo a stare fermi ci irrigidiamo, se ci muoviamo ci sentiamo esausti. Non prestiamo più attenzione all'altro in quanto non siamo più in grado di prestarne a noi stessi. Le parole rimbalzano nella nostra testa come in un flipper impazzito ed escono dalla nostra bocca a fiotti incontrollati, mentre altrettanti provenienti dall'esterno ne entrano nelle nostre orecchie.
Forse è arrivato il momento di ammettere con grande umiltà che non capiamo cosa stia accadendo nel mondo. E prendere consapevolezza che l'unica cosa attualmente in nostro potere è quella di prestare attenzione al nostro mondo interiore. Non sarà facile smettere di essere una scheggia impazzita tra le tante, ma lo dobbiamo a noi stessi. Torniamo ad ascoltarci, a centrarci e a scegliere consapevolmente. Recuperiamo coerenza e oggettività.



Ad uso gratuito  Pexels - Pixabay

sabato 9 ottobre 2021

LEGGERE CHE PASSIONE

 Nelle ultime settimane ho letto parecchi romanzi. Ho sempre dedicato il mio tempo libero alla lettura di saggi,  ma ho iniziato ad aprirmi in modo consapevole ai romanzi quando ho scelto di scriverne uno. E devo ammettere che questa mia scelta è stata ampiamente ricompensata dal beneficio di una lettura coinvolgente, ma non troppo impegnativa. Alcuni romanzi li ho letteralmente divorati, altri li ho abbandonati dopo poche pagine senza rimorsi. Un tempo sarei ostinatamente arrivata alla fine con grande sprezzo del pericolo e forte dell'illusione che prima o poi vi avrei scorto le ragioni che avevano portato alla pubblicazione dello stesso, ma oggi ho smesso di fossilizzarmi. Un romanzo può piacere o non piacere affatto. Per quanto mi riguarda un prerequisito fondamentale è che sia scritto bene e con questo intendo un italiano corretto, una prosa fluida e coinvolgente. Non riuscirei a proseguire la lettura se dovessi riscontrare frasi mal architettate, errori grammaticali e refusi in abbondanza. D'altra parte l'editing è basilare e un buon editore lo sa.
Leggere un romanzo è come viaggiare: stimola la tua immaginazione, specchia situazioni, sentimenti ed emozioni, tocca la tua interiorità e ti induce a riflettere aprendoti a nuove prospettive di osservazione. 
In ogni romanzo puoi trovare una frase scritta apposta per te: esattamente quella di cui avevi bisogno.
E questo credo sia un altro tratto saliente a caratterizzare le scelte di lettura: certi romanzi ti attirano a sé in modo inspiegabile.
Leggo molto velocemente e voracemente e così ho pensato di dedicare qualche minuto per condividere quanto ho letto nelle ultime settimane e mi è piaciuto. 
Vi segnalo "L'acqua del lago non è mai dolce" di Giulia Caminito, la saga di Stefania Auci "I leoni di Sicilia" e "L'inverno dei leoni",  "Due vite" di Emanuele Trevi, "L'arminuta" di Donatella Di Pietrantonio, "Le otto montagne" di Paolo Cognetti.






 

venerdì 8 ottobre 2021

IL VELENO EMOTIVO

 Quando proviamo rabbia, odio, invidia verso qualcuno o all'interno di qualche situazione, assumiamo inconsciamente una dose di veleno. Abbiamo difficoltà a non farci travolgere dalle emozioni e poco per volta manifestiamo i sintomi dell'avvelenamento: debolezza, stato confusionale, problemi respiratori e rigidità.
Il respiro, corto e contratto, non ossigena il cervello limitando la nostra lucidità mentale e rendendoci sempre più passivi di fronte alle emozioni. Diventiamo rigidi e intransigenti e inconsapevolmente continuiamo ad assumere dosi di veleno crescente.
Gli sciamani sperimentano il veleno naturale di funghi, serpenti e ragni per abituarsi a sopravvivere ad esso. Questa pratica cela una dimensione molto più sottile. Quello che non ti uccide ti fortifica, ti permette di conoscerlo e di imparare a gestirlo. Lo sciamano lavora su piani energetici differenti e il piano della manifestazione rappresenta una scuola pratica di facile accesso e di minore complessità. Gestire le reazioni corporee con una consapevolezza multidimensionale è un esercizio eccellente per prepararsi a viaggi più impegnativi. Lo sciamano è a disposizione della tribù e non pone limiti alle richieste di coloro che si rivolgono a lui. Per questo motivo deve essere in grado di gestire ogni tipo di energia senza soccombervi. Il suo percorso è fatto di prove iniziatiche, sacrifici ed esperienze di morte. 
Noi non siamo avvezzi a questo tipo di percorso. Non ci rendiamo nemmeno conto di avvelenare le nostre vite. Camminiamo rapidi verso l'autodistruzione personale e collettiva irretiti dagli schemi delle nostre convinzioni spesso incoerenti e fini a se stesse. Ci arrabbiamo, odiamo e invidiamo senza tregua affogando nel veleno delle nostre emozioni; ci identifichiamo con esse e ne facciamo il baluardo della nostra identità.



Foto di Spoortesh Honey da Pexels