venerdì 28 febbraio 2014

PERCHE' LASCIARSI VIVERE?

Vi è mai capitato di fare un fermo immagine della vostra vita e avere la sensazione di correre e basta?
Quante volte ci si ritrova in qualche posto (al lavoro, fuori da scuola, a casa...) senza essersi resi conto del tragitto fatto per raggiungerlo? Come se la nostra mente avesse avuto un vero e proprio black out. In realtà, la nostra mente è stata super efficiente nel travolgerci di pensieri e ha installato il pilota automatico senza che neanche ce ne accorgessimo. Se ci soffermiamo a pensarci, potremmo realizzare quanto tempo della nostra vita proceda con il pilota automatico e scorra in assoluta inconsapevolezza seguendo i binari prefissati dell'abitudine e degli schemi mentali che ci caratterizzano.
Mi piace visualizzare questo lasciarsi vivere dettato dagli automatismi con la fotografia di due mani che tentano di trattenere della sabbia tra le dita ... mentre questa scivola via lasciando dietro di sè un senso di vuoto e di inutilità.
La vita è il nostro viaggio. 
Un viaggio fatto di esperienze, alcune bellissime altre dolorose, che ci aiutano a conoscerci e ad ascoltarci; un viaggio fatto di relazioni, per sperimentare  l'amore in tutte le sue sfumature; un viaggio fatto di scoperte e di riscoperte, per comprendere chi siamo; un viaggio nella natura, per ritrovare quell'armonia che ci permette di stare bene con noi stessi; un viaggio dentro di noi, al di là dello spazio e del tempo.
Perché correre tanto quando il vero significato è nel viaggio stesso?



giovedì 27 febbraio 2014

LE EMOZIONI

Oggi divertiamoci... osservando come le emozioni hanno il potere di stravolgere la nostra vita!
E' importante, per il nostro benessere, imparare a viverle con equilibrio e con il distacco necessario a non perdere lucidità.
E' fondamentale trovare il coraggio di ascoltarsi e accettarsi per come si è, valorizzando anche le parti che ci piacciono di meno.
Questa attitudine ci aiuterà a far lo stesso con gli altri ... che spesso non sono altro che il nostro SPECCHIO !!!
Guardate questo link e iniziate bene la giornata, con il sorriso!

http://www.dverso.com/questo-esilarante-corto-animato-spiega-esattamente-cio-che-accade-nella-tua-mente-quando-incontrerai-il-tuo-amore/


mercoledì 26 febbraio 2014

IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI - recensione

Oggi ho ricevuto questo magnifico dono da Niccolò Branca, imprenditore di successo e ricercatore, una persona veramente speciale con il coraggio di guardare alle cose cambiando prospettiva.

Grazie di cuore. Con gioia lo condivido:

http://www.niccolobranca.it/wp/recensioni/il-coraggio-di-ascoltarsi/



martedì 25 febbraio 2014

LE DIFFICOLTA'

Quante volte ci troviamo a vivere situazioni difficili e quante volte rischiamo di esserne travolti! L'impatto emotivo, la sofferenza, l'instabilità ... mettono a dura prova la nostra centratura e, di conseguenza, la capacità a mantenere quel distacco così importante per valutare la situazione oggettivamente. Finiamo spesso in un vero e proprio tunnel di cui non riusciamo a vedere l'uscita e questo ci fa sentire soli, persi e confusi. Non riusciamo in alcun modo a staccarci dal flusso emotivo e dal dolore: i pensieri non ci danno tregua e a poco a poco matureremo una grande stanchezza. 
Imparare a recuperare una situazione di centratura nel bel mezzo di una crisi non è affatto facile, ma se ci abituiamo a lavorare in modo consapevole, utilizzando il respiro, nella nostra quotidianità, all'occorrenza sapremo come fare.
Impariamo a trasformare in azioni consapevoli le nostre reazioni automatiche di fronte a piccoli contrattempi, ad attacchi di rabbia, allo stress ... e svilupperemo poco per volta l'attitudine a vivere gli eventi con maggiore lucidità.



lunedì 24 febbraio 2014

LA PAURA DEL CAMBIAMENTO

Quando iniziamo a lavorare su noi stessi, inevitabilmente diveniamo consapevoli delle tante contraddizioni che ci caratterizzano. Portando l'attenzione sull'ascolto del corpo ci rendiamo conto di come spesso ci obblighiamo a fare cose o a vivere situazioni per abitudine, per educazione, per pigrizia o per paura, più che per scelta consapevole. Il nostro corpo ce lo segnala, ma la nostra mente, molto abilmente, troverà mille giustificazioni per farci in qualche modo digerire il disagio rendendolo inevitabile per il quieto vivere. Se continueremo ad acuire la nostra consapevolezza, diverrà difficile continuare ad ignorare i tanti segnali del corpo e ci troveremo in qualche modo a doverci fare i conti. Questo significherà trovarsi di fronte ad una scelta, a questo punto consapevole: potremo continuare ad agire come abbiamo sempre fatto o potremo cercare di portare maggior coerenza nella nostra vita. Quest'ultima opzione ci porrà di fronte al cambiamento di essere artefici consapevoli della nostra quotidianità. Poco per volta dovremo abbandonare le abitudini, gli schemi mentali, la pigrizia del lasciarsi vivere, affinché il sentire e l'azione si dispieghino nella stessa direzione. Le difficoltà riscontrate in questo processo non faranno che appesantire ancora di più la paura latente che il cambiamento genera in noi. Paura di ciò che non si conosce, paura di cadere dalla padella nella brace (particolarmente   attiva quando viviamo situazioni di grande sofferenza e tendiamo a vedere tutto nero, sempre e comunque!), paura di perdere qualcosa, paura ad andare contro corrente ... 

Ci vuole coraggio. Il coraggio di ascoltarsi e di guardare alle cose cambiando prospettiva.



domenica 23 febbraio 2014

IL LAVORO INTERIORE

 Da "Ritorno al Presente" di Henriette Lannes, edito da Psiche:

"In quella che chiamiamo la nostra vita, sentiamo una quantità enorme di difficoltà legate a gioie e pene più o meno grandi. In nessun momento comprendiamo veramente ciò che ci sta succedendo. Talvolta siamo sensibili alle numerose contraddizioni che esistono in noi e intorno a noi. Quando abbiamo, sia pur relativamente, coscienza di questo stato di cose, è questo l'inizio del lavoro."



Spesso ci accorgiamo di dover cambiare qualcosa nella nostra vita: l'insoddisfazione e un senso di inquietudine costanti evidenziano una situazione di disagio. Altrettanto spesso non sappiamo da che parte iniziare a cambiare: non c'è chiarezza su quello che ci sta accadendo e fatichiamo ad identificare la direzione da intraprendere. Questa confusione ci trattiene dal movimento e acuisce la sensazione di impotenza che ci fa stare male. E' il momento giusto per iniziare ad entrare in contatto "con lo sconosciuto che io sono". Per farlo, il corpo diventa uno strumento importantissimo: accessibile e diretto. Basta avere "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI". Il corpo non mente e se impariamo a cogliere i segnali che continuamente ci invia, siamo già a metà dell'opera. 
Nel mio libro "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" dedico una parte importante a questo argomento, suggerendo esercizi molto semplici per lavorare su di sè.

venerdì 21 febbraio 2014

IL LUPO E L'AGNELLO

Estratto da "Ritorno al presente" di Henriette Lannes, edito da Psiche:

"Madame de Salzmann, citando Pascal, ci diceva: "L'uomo non è né angelo nè bestia" e il Signor Gurdjieff scrive: "Meriterà il nome di uomo e potrà contare su ciò che è stato preparato per lui dall'Alto, solo colui che avrà saputo acquisire i dati necessari per conservare indenni il lupo e l'agnello che gli sono stati dati in custodia (da "Incontri con Uomini Straordinari)".




Quando ci apriamo verso l'interno di noi stessi, percepiamo contemporaneamente una tensione a rivolgere l'attenzione verso l'esterno.  L'evoluzione dell'uomo passa attraverso questi due aspetti, in quanto sono entrambi necessari alla nostra crescita. In alcuni momenti riusciamo a essere calmi interiormente e a essere in armonia con la parte più profonda di noi. In altri, siamo agitati sia interiormente che esteriormente : da una parte sentiamo la necessità di ascoltarci e dall'altra un rifiuto a farlo. Per riuscire a superare questa impasse dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sull'ascolto, vincendo la resistenza che la nostra mente può opporre: proprio questa lotta interiore ci apre al confronto tra queste due forze e ci induce a metterci in gioco. L'evoluzione si manifesta nel movimento generato dal rimettere in discussione ciò che siamo. Il sentimento di impotenza che talvolta percepiamo è un sentimento vero: rappresenta una forza reale nel lavoro su se stessi. Tutto ciò che non conosciamo ci fa paura e questa illusoria percezione lo rende più forte di noi. Ecco che il tentativo di conoscersi sempre più in profondità richiede un risveglio attivo e consapevole per smuovere il sonno degli automatismi a cui siamo abituati.

giovedì 20 febbraio 2014

ESIGENZE

Oggi pubblico un estratto dal libro "Ritorno al Presente" di Henriette Lannes, edito da Psiche:

"Esistono due tipi di esigenze, una opposta all'altra.
C'è l'esigenza della vita che si esercita su ciascun uomo chiamato a sopperire ai bisogni della sua esistenza terrena. Oggigiorno, l'uomo adulto prende sempre più spesso l'abitudine di esigere qualcosa dal mondo esterno. Quest'atteggiamento proviene il più delle volte da un sentimento immaginario che il mondo intero gli debba qualcosa. Come tutti i suoi simili, ha ricevuto la vita, e lui, in cambio, che cos'è pronto a dare?
L'altra esigenza è più segreta. E' legata al nostro bisogno di essere. Qui, il nostro sentimento non è orientato nello stesso modo. Esso cerca di sottomettersi ad un asse interiore che illumina la nostra intera vita. Se noi siamo capaci di ritornare verso quest'asse centrale, capaci di sacrificare i nostri diversi personaggi egoisti, sentiamo che si crea fra quest'esigenza interiore e noi stessi una relazione nuova, molto viva, con possibilità infinite di sincerità e di verità.
Quando questa relazione è percepita, è la prova che il nostro ascolto interiore si è effettuato su basi più giuste.
D'altra parte, quest'esigenza ci rivela che le nostre sensazioni coscienti convergono verso l'asse della nostra presenza: qui - ora.
Questa percezione è anche il segno d'una più grande unità interiore."



Tendiamo naturalmente, nella nostra quotidianità, a focalizzare le energie all'esterno, senza bilanciare questa dispersione dedicando a noi stessi uguale attenzione. C'è sempre qualcosa di più importante da fare. Questa attitudine ci porta innegabilmente a una situazione di disarmonia interiore, generata dall'incapacità ad ascoltarci in profondità e corrispondere alle esigenze del nostro corpo (quante volte avremmo bisogno di riposare e non ci fermiamo?) e del nostro sentire (quante volte vorremmo urlare o scappare e non lo facciamo?). Il divenirne consapevoli è il primo grande passo verso una presa di coscienza che ci  induca a favorire un'attitudine più equilibrata. La mente giocherà tutte le sue carte per convincerci che non possiamo fare a meno di questo o di quello, che non possiamo abbandonare il nostro ruolo, la nostra immagine, le nostre "responsabilità" ... in una serie infinita di giustificazioni tese a ostacolare il cambiamento. La naturale tensione verso il benessere ci porrà di fronte ciclicamente al richiamo del cuore. Potremo scegliere di ignorare questo segnale oppure potremo scegliere di abbandonare i vecchi schemi accettando la trasformazione. 
Solo un grande atto d'amore e di rispetto verso noi stessi sarà in grado di fornirci la forza necessaria al superamento degli ostacoli che la mente porrà sul nostro cammino in direzione del cambiamento.

martedì 18 febbraio 2014

LA VIA REGALE Viaggio attraverso le Sefirot dell'Albero della Vita - NADAV HADAR CRIVELLI - Psiche 2

" Nell'aprire le porte dei tesori esoterici vi sono i seguenti vantaggi:
- Insegnando a coloro che non sono specialisti in materia ci rendiamo conto dove realmente ci troviamo, nella nostra supposta "conoscenza". E' troppo facile usare un linguaggio iniziatico in gruppi ristretti, creandosi la sensazione di saperne di più di tutti gli altri. Cercando di presentare tali conoscenza a chi non ne sa nulla (ammesso che costui sia sinceramente attratto ad esse), impariamo un'importante lezione di umiltà, e nel contempo impariamo anche a presentare le nozioni metafisiche in modo semplice, chiaro, concreto e preciso. Ci renderemo, inoltre, conto che molte informazioni che possedevamo erano ormai divenute superflue, e le tralasceremo.
- Con l'insegnare apertamente i principi esoterici rettificheremo l'educazione e la cultura, diffuse dalla scienza e dalla tecnologia, che, pur con le loro conquiste clamorose, sono ancora basate su di una troppo ristretta comprensione dell'essere umano e delle sue dinamiche di comportamento.
- Svuotando i nostri scrigni dei tesori (o di ciò che riteniamo tale) ivi contenuti, ci renderemo disponibili a ricevere ben altro. Se pensiamo ciò che Dio aveva da insegnarci, circa i segreti della Sua sapienza, sia già stato detto dalle dottrine esoteriche, attualmente note, ci sbagliamo di grosso."


Quando presi la decisione di scrivere il libro "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" (inizialmente intitolato "LA VIA DEI MAESTRI") per condividere gli insegnamenti dei Maestri della Gerarchia Spirituale di cui sono canale, impiegai più di un anno a ordinare, trascrivere e legare insieme le  varie canalizzazioni. Portai la bozza ad un caro amico, il Ven. Paljin Pulku Rinpoce, da leggere. Mi disse che avrei dovuto riscriverlo in modo molto più personale, condividendo le mie esperienze, rendendolo semplice e accessibile a tutti e mi consigliò di aggiungere una parte pratica, includendo gli esercizi che applicavo nei gruppi di meditazione. Il pensiero di dover ricominciare tutto da capo fu un vero shock. Il passaggio necessario a seguire i suoi suggerimenti mi cambiò profondamente. Mi indusse a mettermi in gioco completamente, condividendo le mie paure, le mie debolezze, i passaggi fatti per accettarle, la mia lotta con la mente, le difficoltà all'ascolto del cuore e del mio corpo, i momenti di scoramento ... (per me lupo solitario fu un grande passo): capii che nella condivisione risiedeva l'umiltà necessaria a trasmettere una comprensione più diretta e approfondita. Le esperienze che ho descritto rispecchiano le esperienze che tutti, in modo personale, ci troviamo ad affrontare nella nostra quotidianità. 
Il secondo intento fu riscrivere il testo tante volte quante furono necessarie a rendere i contenuti semplici ed accessibili: impiegai la bellezza di 2 anni a farlo. Posso affermare senza esitazioni che è molto più difficile percorrere la via della semplicità: grande pazienza e apertura di cuore furono gli strumenti  a mia disposizione perché il libro vedesse la luce nella sua forma attuale. 
Ho condiviso nel libro gli insegnamenti che in tanti anni di percorso ho ricevuto accedendo a piani di consapevolezza superiori grazie alla meditazione. Anche in questo caso ho condiviso la mia esperienza (sono fermamente convinta che l'esperienza diretta sia la via da percorrere per poter arrivare ad una condivisione semplice ed accessibile) nella comprensione della natura umana nella sua totalità di corpo fisico, anima, coscienza e spirito. Ho cercato di spiegare le dinamiche mentali come le ho sperimentate, cosa succede nei piani sottili quando ci ammaliamo o ci troviamo in una situazione di dolore o quando rimaniamo incagliati nelle nostre paure e debolezze. Ho dedicato una parte a parlare dei rischi di una medianità impreparata, spiegandone le motivazioni (generalmente quando si pongono divieti - fai attenzione ad andare in astrale ... o fai attenzione a lavorare sul karma ... non si fa che incentivare la pulsione a percorrere vie proibite), affinché la scelta di affrontare determinate esperienze sia consapevole.
La volontà di donare e condividere quello che avevo sperimentato mi ha fatto crescere, maturare, evolvere ed ha aperto il mio cuore a nuovi insegnamenti. 

"IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" mi ha permesso di guardare alle cose cambiando prospettiva.


lunedì 17 febbraio 2014

LA VERITA'

Oggi condivido un nuovo estratto di Kremmerz tratto dall' "Introduzione alla Scienza Ermetica":

"Non credere ad alcuna cosa solo perché sentita dire; non credere alle tradizioni, che ci arrivano vecchie ed alterate dalla favella umana; non credere a quello di cui gli uomini molto parlano; né credere solo perché ti sta innanzi la testimonianza di un sapiente; non credere ad una cosa perché delle probabilità ti parlano per essa, o perché per vecchia abitudine la ritieni vera; non credere nella sola autorità del tuo maestro e del suo sacerdote. Prendi per verità e vivi secondo essa solo ciò che la tua ricerca e la tua esperienza ti mostra corrispondente alla tua salute, al tuo bene ed al bene degli altri uomini come te."



So bene di avervi propinato questo messaggio ormai in tutte le salse. Lo condivido profondamente e lo ritengo la base della crescita individuale. Siamo veramente liberi quando siamo aperti all'esperienza e grazie ad essa ci muoviamo verso una chiarezza sempre più luminosa di quello che ci fa stare bene. Questo ci dona la libertà di scegliere cosa è meglio per noi. La responsabilità della scelta sarà semplicemente la nostra manifestazione, coerente con il nostro sentire e fonte di gioia e benessere.

venerdì 14 febbraio 2014

DISILLUSIONE

Oggi, pensando a cosa pubblicare sul blog, mi è saltata in mente questa parola. 

Cercando nel web, trovo questa frase, tratta da "Finché c'è vita non c'è speranza", di Giovanni Soriano:

Disilluso : chi si illude di non farsi più illusioni.

Sorrido e ci medito. 

Perché tendiamo a vivere nell'illusione? Perché è assolutamente meno dolorosa. Nel momento in cui sento la necessità di distorcere le percezioni sensoriali attraverso il filtro della mia interpretazione, cerco di difendermi da qualcosa: dalle mie paure, dalle mie debolezze, dalle mie ferite.
L'illusione mi dona la forza di andare avanti o almeno così credo. Generalmente però, proprio quando meno me lo aspetto, il mondo mi crolla addosso con tutto il peso delle illusioni supportate negli anni. 
E sono guai. E immediatamente "giudico" la disillusione come qualcosa che mi fa star male. 

E se fosse invece la soluzione ai miei guai? La disillusione stimola la consapevolezza, ponendomi di fronte a ciò che ho cercato di fuggire o di nascondere a me stessa per tanto tempo. Crea la possibilità della risoluzione. Dal punto di vista evolutivo la disillusione diviene, quindi, uno strumento determinante per la mia crescita. Mi introduce ad una situazione di benessere che può scaturire solo dall'armonia con me stessa, con quello che sono, nella mia totalità, nella mia umanità, nella mia imperfezione, con le mie  potenzialità, le mie paure e le mie debolezze.

Mi guardo intorno e l'illusione sembra essere divenuta parte dell'uomo, del suo vivere. L'illusione determinata dall'inconsapevolezza, dal maldestro tentativo di fuggire da se stesso, dall'incapacità a conoscersi, dalla difficoltà ad assumersi le proprie responsabilità attraverso una scelta consapevole. L'illusione che gli altri possano risolvere ciò che io stesso non sono in grado di affrontare.

Manca il coraggio di ascoltarsi.









LA FEDE, LA SCIENZA, LA RAGIONE - ELIFAS LEVI - La chiave dei grandi misteri - Atanor

In forma di dialogo

La Scienza
Non mi farete credere mai all'esistenza di Dio.
La Fede
Voi non avete il privilegio di credere, ma non mi proverete mai che Dio non esista.
La Scienza
Per provarvelo, bisogna prima che sappia che cosa è questo Dio.
La Fede
Voi non lo saprete mai. 
Se voi lo sapeste, potreste insegnarmelo, e quando lo sapessi, non lo crederei più.
La Scienza
Voi credete dunque senza sapere ciò che credete?
La Fede
Oh! Non giuochiamo su le parole. Siete voi che non sapete ciò che credo,
e precisamente lo credo, perché voi non lo sapete.
La Scienza 
Che ne pensa la ragione?
La Ragione
Penso, mie care istitutrici, che voi potreste realizzare un apologo commovente, quello del paralitico e del cieco. La scienza rimprovera alla fede di non saper camminare sulla terra, e la fede dice che la scienza non vede nulla nel cielo delle aspirazioni e dell'eternità. Invece di querelarsi, la scienza e la fede dovrebbero unirsi.
La Scienza
Questa idea è bella, ma è una utopia. La fede mi dirà delle assurdità, ed io vorrei progredire senza di lei.
La Fede
Che cosa intendi per assurdità?
La Scienza
Chiamo assurdità delle proposizioni contrarie alle mie dimostrazioni, come, per esempio, 
che tre fanno uno, che un Dio s'è fatto uomo, cioè che l'infinito si è fatto finito.
La Fede
Non dire altro. Emesse da te queste proposizioni sono infatti delle assurdità.
Sai tu ciò che è il numero in Dio, tu che non conosci Dio?
Puoi tu discutere sulle operazioni dell'ignoto, puoi tu comprendere i misteri della carità?
Devo sempre essere assurda per te, perché, se tu le comprendessi, 
le mie affermazioni sarebbero assorbite dai tuoi teoremi,
io sarei te, e tu saresti me, per meglio dire, io non esisterei più,
e la ragione, in presenza dell'infinito, s'arresterebbe sempre accecata dai tuoi dubbi 
altrettanto infiniti quanto lo spazio.
La Scienza
Per lo meno non usurpare la mia autorità, non darmi delle smentite nei miei dominii.
La Fede
Non l'ho mai fatto e non posso mai farlo.
La Ragione
Guardatevi bene dal farlo. Io vi sono ad entrambe necessaria. Ed io che farei senza di voi?
Ho bisogno di sapere e di credere per essere giusta.
Ma non devo mai confondere ciò che so con quello che credo.
Sapere non è più credere, credere è non sapere ancora.
L'oggetto della scienza è il cognito, la fede non se ne occupa e lo lascia tutto alla scienza.
L'oggetto della fede è l'incognito, la scienza può cercarlo, ma non definirlo;
è dunque forzata, almeno provvisoriamente, d'accettare le definizioni della fede 
che le è impossibile anche di criticare.
Lavora dunque e cerca, o scienza, ma rispetta  gli oracoli della fede.
Allorché il tuo dubbio lascerà una lacuna nell'insegnamento universale, prometti alla fede di riempirla.
Camminate distinte l'una dall'altra, ma appoggiate l'una sull'altra, e non vi smarrirete giammai.



giovedì 13 febbraio 2014

CUORE E TESTA

Oggi posto una vera perla, tratta dal libro "La Chiave dei Grandi Misteri" di Elifas Levi:

"Vi sono due amori, quello del cuore e quello della testa; l'amore del cuore non si esalta mai, si raccoglie ed ingrandisce lentamente attraverso le prove e i sacrifici; l'amore della testa puramente nervoso e passionale non vive che d'entusiasmo, si urta contro tutti i doveri, tratta l'oggetto amato come cosa di conquista, è egoista, esigente, inquieto, tirannico e trascina fatalmente con lui il suicidio per catastrofe finale, e l'adulterio per rimedio. Questi fenomeni sono costanti come la natura, inesorabili come la fatalità.
Ma, si dirà, l'anima umana non è dunque libera? No, non lo è quando si abbandona alla vertigine delle passioni. Non c'è che la saggezza che sia libera, le passioni disordinate sono il dominio della pazzia, e la pazzia è fatalità.
Ciò che abbiamo detto dell'amore può dirsi ancora della religione che è il più potente, ma anche il più inebriante degli amori. La passione religiosa ha anche i suoi eccessi e le sue reazioni fatali. Si possono avere estasi e stimmate, come S. Francesco d'Assisi, e cadere in seguito negli abissi della sregolatezza e della empietà.
Le nature passionali sono delle calamite esaltate, attirano e respingono con forza."



Condivido profondamente queste parole. L'armonia ed il benessere nascono dall'equilibrio: la consapevolezza ci porta naturalmente all'ascolto del cuore e ad acquisire il distacco necessario a vivere le emozioni con oggettività. Questo non significa rinuncia alla gioia di un momento felice o alla sofferenza di un momento doloroso. Entrambi fanno parte della vita e della nostra crescita. Importante è non farsi travolgere dalle emozioni del momento e ritrovarsi a vivere su un otto volante, dove a periodi di esaltazione seguono discese vertiginose verso la depressione. 
E' importante assaporare la gioia e vivere il dolore con la saggezza consapevole che si alterneranno inevitabilmente nel corso della nostra vita per permetterci di essere liberi di scegliere, fare esperienza ed evolverci. 

mercoledì 12 febbraio 2014

AMORE E MORTE

 Da "Introduzione alla Scienza Ermetica" di Kremmerz:

"Considerate che ogni natura in equilibrio, ogni organismo animale, dai piccolissimi ai più perfetti, tende a morire perché nasce con l'istinto della trasformazione eterna per legge di Amore.
Amore e Morte sono i due fattori della Vita. Amando allontanerete il dolore della Morte, oltre il quale l'anima non amata sente la voluttà della rigenerazione per Amore."






Mi piace immensamente come Kremmerz ha descritto la morte: una trasformazione per legge di Amore.
Spesso siamo indotti a giudicare la morte, attribuendole una valenza negativa contrapposta a quella positiva della vita. 
Nulla muore, tutto ti trasforma. Per amore.

martedì 11 febbraio 2014

INIZIAZIONE

 Oggi propongo nuovamente un estratto di Kremmerz (Introduzione alla Scienza Ermetica):

" Onde non si ripeta che dopo vent'anni io resti ambiguo, dirò di più: credete alle iniziazioni per quel che sono. Due o tre società di studiosi, che si suppone posseggano questo arcano, non danno che l'iniziazione al neofito.
Iniziare vuol dire cominciare.
Initium, principio.
Nessuno dà la fine.

Perché l'arcano è di natura tale che chi più  lo ha intravisto da presso non può comunicarlo.
Può conferirlo nei limiti dei poteri - darlo per intero no."




Condivido profondamente queste parole. Rispecchiano la libertà di scelta dell'uomo. La bellezza della sua unicità. 
Dal mio libro: "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI Guardare alle cose cambiando prospettiva"

"Non tutti percorsi possono essere individuati da un tracciato comune, 
ma la ricerca inizia sempre dall'interiorità individuale, 
cresce con la consapevolezza 
e termina con il riconoscimento dell'essere. 
Ognuno è libero di perseguire questo cammino
seguendo il proprio cuore."

lunedì 10 febbraio 2014

L'ARTE MAGICA

Oggi vi propongo un estratto del libro "Introduzione alla Scienza Ermetica" di G. Kremmerz 
edito da Edizioni Mediterranee:

"La filosofia si studia, le idee si discutono, i simboli si spiegano, ma per imparare l'arte magica dopo la filosofia della magia bisogna possedere tre cose:

1 La volontà senza desiderio
2 La forza di fare senza fermarsi
3 La pratica di non sbagliare

Chi desidera non può volere. Il desiderio è un appetito dell'illusione che paralizza la volontà, il cui meccanismo diventa perfettissimo nell'assenza di ogni desiderio. ....
Ma dove finisce il desiderio  e dove comincia la volontà questo nessuno può definirvi esattamente: la vostra filosofia solo può darvene la ragione.
La seconda cosa, e necessaria, è la forza. Sapete voi perché un seme confitto nell'arena del mare non fruttifica e posato nel solco di un orto dà frutto? Perché l'arena del mare ha molto sale e non produce e la terra dell'orto ha la forza di dare la vita senza arrestarsi. Perciò il mago deve possedere la forza di trasformarsi nelle singole forze della natura per produrre, come la natura, tutti i suoi miracoli e i suoi prodigi: deve avere la forza di alimentare, come la terra dell'orto, il seme o di distruggerlo, come il sale nell'arena del mare. La forza di continuare senza arrestarsi è così nella costanza immutabile della natura ed è così di chi vuol compiere miracoli.
La terza dote è la pratica. Il fanciullo inesperto, che coglie le rose, si graffia le dita e le vede sanguinare; ma il giardiniere ne fa larga messe senza pungersi le mani. In arte magica, chi sa come si produce e non produce è simile al fabbricante di spade, che fa l'arma per la guerra e non va alla guerra."



Vi chiederete come mai ho deciso di postare un estratto che parla di magia. Credo che la trasformazione di se stessi nel percorso verso la consapevolezza sia una vera e propria opera di magia e come tale richieda volontà senza desiderio, forza di fare senza arrendersi e pratica.
La volontà deve guidare il lavoro senza essere filtrata da aspettative o dal raggiungimento di un risultato, la forza di fare deve sostenere gli inevitabili momenti di immobilità tesi a metabolizzare in profondità il percorso fatto e l'esperienza, cioè la pratica, deve fornirci gli strumenti necessari a vivere i  vari passaggi con sempre maggiore consapevolezza.

domenica 9 febbraio 2014

IL PESO DELLE ASPETTATIVE

Quando ci carichiamo del peso delle aspettative difficilmente riusciamo a vivere centrati nel qui ed ora.
Passiamo il tempo a rimuginare sulle situazioni, perdendoci nel flusso dei pensieri invece di focalizzare l'attenzione su quello che stiamo facendo: quando arriva il momento di vivere gli eventi su cui tanto abbiamo fantasticato ci perdiamo la gioia della leggerezza del presente. 
La realtà raramente  rispecchia  quello che ci siamo immaginati e inevitabilmente la mente con le sue emozioni ci travolgerà nuovamente con mille pensieri.
Mi piace associare l'idea di libertà all'assenza di aspettative. 
Libertà di essere di se stessi. 
In fondo quando ci creiamo delle aspettative, desideriamo essere accettati, accolti... cerchiamo un riconoscimento esterno.  E per ottenerlo siamo disposti a rivestire un ruolo, ad indossare delle maschere e a rinunciare a quello che siamo veramente. Non otterremo mai da altri quello che noi stessi non siamo in grado di offrirci. 
Oggi vi propongo di vivere alla giornata, senza aspettative, con libertà. La libertà di ascoltarsi ed essere se stessi.  La libertà di vivere con il cuore!




IL CUORE OLTRE L'OSTACOLO a Montalto


Mercatino di S. Valentino
dei ragazzi della Onlus
“Il cuore oltre lostacolo

Domenica 9 febbraio dalle ore 9 alle 18 presso il centro Elfa 
in via Cernaia, a Montalto Dora.

Troverete i quadri del buon augurio, gli specchi per lautostima, 
i pensieri di S. Valentino e tanti altri oggetti molto carini.


Nel pomeriggio presenterò il mio libro:
"IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI 
Guardare alle cose cambiando prospettiva"
edito da Edizioni Mediterranee


Vi aspettiamo numerosi per condividere insieme ai ragazzi una giornata di cuore!


Spargete la voce e venite numerosi. Per informazioni tel: 0125/650711
cell: 3385032411 

sabato 8 febbraio 2014

PRESENTAZIONE A BIELLA



Oggi alle 18,00 al Libro di via Losana a Biella!
Cari amici Biellesi e non ... vi aspetto!

venerdì 7 febbraio 2014

PERCHE' E' COSI' DIFFICILE VIVERE CENTRATI NEL QUI ED ORA?

Si parla spesso dell'importanza di vivere il presente e di rimanere centrati sul momento, ma si parla molto poco delle difficoltà che si incontrano nel perseguire tale intento.
Mantenere uno stato di presenza attivo presuppone, infatti, la capacità di rimanere focalizzati sull'azione che si sta portando avanti, senza permettere al flusso di pensieri della mente di deviare la nostra attenzione. 
A parte gli automatismi che ci portiamo dietro in molte delle azioni della nostra quotidianità, credo sia importante non dimenticare che ogni volta che viviamo una situazione, lo facciamo nella nostra totalità. 
Cosa significa? Che a determinare le nostre azioni sono spesso le dinamiche a cui siamo abituati, le nostre paure e debolezze (riconosciute e non), il dolore non elaborato. 

Come sempre, forse un esempio pratico è la miglior spiegazione.
Immaginiamo di aver molto sofferto in passato per il giudizio degli altri. 
Il dolore che ne è scaturito è una ferita aperta che ci accompagnerà fintanto che non avremo lavorato a fondo su noi stessi e sulla nostra accettazione. 
Il giudizio mi ferisce perché mette in risalto le mie debolezze e genera in me  insicurezza ed instabilità, situazioni di disagio: a maggior ragione se sono una persona sensibile e, quindi, molto vulnerabile sotto questo aspetto. A poco a poco, per autodifesa cercherò di porre delle barriere tra me e gli altri e rinuncerò alla mia sensibilità, credendola la sorgente del mio malessere. Mi allontanerò sempre più dalla mia natura, dallo stato di benessere che scaturisce dallo stare bene con se stessi, e allo stesso tempo il mio disagio non farà che acuirsi. Ed io continuerò imperterrito a erigere muri sempre più alti, chiudendomi nella prigione della mia non accettazione. Ogni volta che dovrò relazionarmi con altri, lo farò con estremo sospetto e grande rigidità. La mente detterà legge, portandomi a giudicare a mia volta  sulla  base della soggettività del mio vissuto. Ogni situazione manifesterà innegabilmente il peso di questo dolore e non mi permetterà di vivere il presente con serenità e attenzione. Il passato condizionerà pesantemente il presente e mi indurrà a percorrere i binari predeterminati dalla mia esperienza. 
La grande difficoltà insita nell'elaborazione del dolore, condizionerà la possibilità di vivere il presente con centratura.

Il passato rappresenta spesso una zavorra che fatichiamo a lasciar andare e fintanto che non riusciremo a farlo, ci sarà preclusa la libertà di agire in uno stato di presenza, ascoltando semplicemente il nostro cuore e permettendo alla nostra natura di manifestarsi.





giovedì 6 febbraio 2014

E SE CAMBIASSIMO PROSPETTIVA?

Ci sono momenti in cui la quotidianità diventa faticosa e ci sentiamo stanchi e disillusi. 
Tendiamo naturalmente a focalizzare la nostra attenzione sulla sensazione di disagio, donandole sempre più potere. 
Proviamo per una volta ad agire in modo diverso: non lasciamo l'automatismo entrare in azione e dirigiamo il nostro pensiero  ad un luogo che ci fa sentire bene; immaginiamo di sederci in tranquillità abbandonandoci alla  sensazione di pace, calma o sicurezza che ci trasmette ed interiorizziamo la percezione di benessere che ne scaturisce affinché diventi parte di noi. 
Se la visualizzazione non risulta così semplice (il nostro corpo potrebbe non permetterci un adeguato rilassamento) diveniamo parte attiva e dedichiamoci ad un'attività che ci rilassa, 
come camminare, fare giardinaggio, coccolare un animale, ascoltare musica, dipingere, suonare ... 
 Seguendo regolarmente questi consigli, le qualità della gioia e della serenità diverranno gradatamente una parte naturale di quello che siamo. 
Questo non significa che risolveremo d'acchito tutti i nostri problemi, ma, con dei semplici cambiamenti nel nostro stile di vita quotidiano, il vissuto diverrà più leggero, chiaro e spazioso 
e ci donerà la lucidità necessaria ad affrontarli con maggiore oggettività.  



mercoledì 5 febbraio 2014

LA RICERCA DELL'ESSERE


Come un'ape cerca il nettare
da tutti i tipi di fiore,
si cerchino gli insegnamenti dovunque;
come un cervo che va a trovare
un posto tranquillo per pascolare,
si cerchi la solitudine, per digerire
tutto quello che si è raccolto.
Come un pazzo, 
al di là di ogni limite, 
si vada ovunque piaccia,
vivendo come il leone,
libero da tutte le paure.

Da un tantra dello Zogqen 
Il Cristallo e la via della Luce - Chogyal Namkhai Norbu


Spesse volte non abbiamo sufficiente sicurezza da fidarci del nostro sentire e tendiamo ad affidarci a punti di riferimento esterni che riteniamo in grado di offrirci insegnamenti utili alla nostra crescita. Ritengo sia fondamentale mostrare sempre una grande apertura mentale e non precludersi alcuna esperienza che sentiamo di portare avanti, ma è altrettanto importante rielaborare il vissuto attraverso l'ascolto interiore. Affidiamoci a noi stessi, alle sensazioni del nostro corpo e accogliamo solamente gli insegnamenti che sentiamo risuonare nel cuore, lasciando andare gli altri. Non tutti i percorsi sono uguali e proprio nell'unicità individuale risiede la grande ricchezza dell'uomo.

martedì 4 febbraio 2014

IL POTERE DI ADESSO - Eckhart Tolle - Armenia

Oggi vi segnalo un estratto del libro di Eckhart Tolle,  poche parole per riflettere:

"Quando siete in viaggio, vi è certamente utile sapere dove state andando o almeno conoscere la direzione generica verso cui vi state muovendo, ma non dimenticate: l'unica cosa che in definitiva è reale riguardo al vostro viaggio è il passo che state compiendo in questo momento. E' tutto ciò che esiste.
Il percorso della vostra vita ha uno scopo esteriore e uno scopo interiore. Lo scopo esteriore è arrivare al vostro obiettivo o destinazione, portare a termine ciò che avete intrapreso, ottenere questo o quello, il che naturalmente implica il futuro. Ma se la vostra destinazione o i passi che pensate di compiere in futuro assorbono la vostra attenzione in misura tale da divenire più importanti per voi  del passo che state compiendo adesso, allora perdete completamente lo scopo interiore del viaggio, che non ha niente a che fare con il dove state andando o con il che cosa state facendo, ma riguarda esclusivamente il come. Non ha niente a che fare con il futuro, ma riguarda esclusivamente la qualità della vostra consapevolezza in questo momento. Lo scopo esteriore  appartiene alla dimensione orizzontale di spazio e tempo; lo scopo interiore concerne un approfondimento del vostro Essere nella dimensione verticale dell'Adesso senza tempo. Il vostro viaggio esteriore può essere composto da un milione di passi; il vostro viaggio interiore ne ha uno solo: il passo che compite in questo momento. Diventando profondamente consapevoli di quest'unico passo, vi rendete conto che contiene già in sé tutti gli altri passi nonché la destinazione. 
Questo unico passo allora si trasforma in un'espressione di perfezione, in un atto di grande bellezza e qualità. Vi avrà condotto all'Essere, e la luce dell'Essere risplenderà attraverso di esso.
Questo è sia lo scopo sia l'appagamento del vostro viaggio interiore, il viaggio dentro voi stessi."



In una quotidianità sempre di corsa, dove i gesti automatici regolano la nostra vita, il concetto del qui ed ora sembra qualcosa di irraggiungibile. La mente vaga ininterrottamente tra passato e futuro e il flusso dei pensieri dirige il nostro agire secondo gli schemi dell'abitudine e delle convinzioni che ci appartengono. 
Proviamo a cambiare prospettiva. Fermiamoci, respiriamo e assaporiamo profondamente qualche  attimo di pausa post lettura. Senza fretta, senza aspettative. Non è bellissimo?

lunedì 3 febbraio 2014

PER FARE UN MANAGER CI VUOLE UN FIORE - Niccolò Branca - Mondadori

Oggi vi propongo un libro che mi è piaciuto moltissimo e che ho letto tutto d'un fiato. Nella sua semplicità e scorrevolezza offre al lettore grandi spunti di riflessione su cui soffermarsi. 
Ne riporto un estratto affinché ne possiate assaporare i contenuti:

SCEGLIERE

Di fronte alla necessità di compiere una scelta, spesso andiamo in tilt. Perché scegliere significa perdere qualche cosa per andare incontro all'ignoto.
Così, gran parte delle volte, invece di accogliere con entusiasmo ciò che è nuovo e sconosciuto, focalizziamo la nostra attenzione solo su ciò che, con tutta probabilità, perderemo. E questo, di fatto, ci rende incapaci di compiere una scelta. Succede un po' come nel paradosso medioevale dell'asino di Buridano che, posto tra due cumuli di fieno e non sapendo scegliere quale mangiare, muore di fame a causa della sua incertezza.
Di solito ci affidiamo alla nostra razionalità, al pensiero. Bisogna, invece, imparare a sentire nel profondo di noi stessi, al di là della logica razionale, qual è la cosa più giusta da fare.
La scelta dovrebbe essere sentita con la totalità del proprio essere, non solo a livello intellettivo, ponendo un'estrema attenzione alla direzione che intendiamo seguire. Poi, quando dentro di noi percepiamo che è quella la cosa giusta da fare, dobbiamo aderire alla nostra scelta, senza stare tanto a rimuginarci su.
Poche persone, in effetti, hanno la forza di prendere la vita nelle proprie mani, con tutto il senso di responsabilità che ciò richiede. Non incolpano niente e nessuno delle loro scelte o di quel che accade nelle loro esistenza, perché sono consapevoli di esserne i veri  fautori. Vivono in una sintesi perfetta di cuore, intelligenza e coraggio, perché hanno lavorato instancabilmente per liberarsi da tutti i condizionamenti e da tutti i conformismi. Sono dei veri e propri rivoluzionari della coscienza e fanno paura ai poteri forti, perché vivono nella libertà, non sono manipolabili, non sono condizionabili, non cercano sicurezza in niente e in nessuno.
Da loro sgorga una grande fiducia, poiché vivono appieno e in sintonia con il Flusso.



Queste parole hanno risuonato profondamente in me. La scelta di ribaltare la mia vita da un momento all'altro non fu affatto semplice da intraprendere. Mi portò a fare i conti con la razionalità, con i miei schemi mentali, con le mie paure e debolezze: la libertà di compiere una scelta dettata dal cuore era indissolubilmente collegata alla responsabilità di portarla avanti con coraggio e determinazione. Questo mio passaggio durò diversi mesi e mi cambiò profondamente. 
Credo che lo stesso passaggio, compiuto da chi riveste un ruolo importante nella società, sia ancor più difficile e richieda un grandissimo coraggio.  Ma proprio grazie a persone come Niccolò Branca, pronte ad ascoltare il proprio cuore e a mettersi in gioco totalmente, il cambiamento dell'uomo potrà manifestarsi. 
Persone speciali che trasmettono fiducia, il cui esempio rappresenta un faro nel buio della disillusione: un imprenditore con il coraggio, l'intelligenza e la lungimiranza di portare la consapevolezza all'interno del mondo economico ed aziendale per diffondere una prospettiva unitaria che stimoli la trasformazione individuale per giungere al cambiamento della società in cui viviamo.
Grazie di cuore.

domenica 2 febbraio 2014

"IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" A BIELLA


DONATELLA CODA ZABETTA
PRESENTERÀ IL SUO LIBRO
SABATO 8 FEBBRAIO 
H 18.00
PRESSO LA LIBRERIA
“IL LIBRO”
via Losana 6, Biella 


IL TAO E' TOTALITA' (Osho - Discorsi sul Tao-Te-Ching di Lao Tsu - Mediterranee)

"Il Tao è totalità.
La totalità è sempre imperfetta, perché è viva.
La perfezione è morta:
tutto ciò che raggiunge la perfezione muore.
Come può vivere al di là della perfezione?
Non ha più bisogno di vivere.
Ha negato il suo opposto,
e la vita esiste nella tensione degli opposti,
è il punto d'incontro degli opposti.
Se neghi il tuo opposto, puoi raggiungere la perfezione,
ma la totalità ti è negata;
ti mancherà sempre qualcosa."

All'inizio del percorso faticavo moltissimo a comprendere il dualismo manifestato. Pensavo al dolore e alla sofferenza. Pensavo alla guerra, alla rabbia, alla separazione ... Non riuscivo a coglierne il significato. Nella mia mente si confondevano mille perché senza risposta. 
Quando cambiai prospettiva d'osservazione, compresi che non avrei mai potuto assaporare la gioia senza aver sperimentato il dolore. Realizzai che la libertà dell'uomo non avrebbe potuto manifestarsi senza una possibilità di scelta, determinata, appunto, dal dualismo. Questo mi fece immediatamente rimettere in discussione il concetto di "Bene/Male", "Giusto/Sbagliato" al quale la nostra cultura ci ha abituato. 
Nella totalità è racchiusa la vita con le sue infinite sfumature, la crescita e l'evoluzione dell'uomo.






sabato 1 febbraio 2014

UNIVERSO

Oggi desidero stimolare una riflessione su di una frase di Albert Einstein:

"Un essere umano è parte di un tutto chiamato Universo.
Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualche cosa
di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza.
Questa illusione è una specie di prigione.
Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione
attraverso l'allargamento del nostro circolo di conoscenza e di comprensione,
sino a includervi tutte le creature viventi e l'intera natura, nella sua bellezza."

La nostra moderna visione del mondo ci ha portati a credere che solo ciò che è fisicamente osservabile sia reale. Questa attitudine ha indotto la mente a prendere il controllo sul corpo, considerato come qualcosa di separato. Analogamente il mondo esterno è visto come un insieme di oggetti ed eventi separati tra loro. Si è persa la visione unitaria, basata sull'approccio energetico olistico, della cultura orientale. Si è perso il contatto con la propria interiorità, si è persa la comprensione del cosmo come realtà unica e indivisibile, in eterno movimento, animata, organica, materiale e spirituale allo stesso tempo. 
L'uomo si è trasformato, gradatamente, nell'attore protagonista di una scena calcata nello stesso momento solamente da innumerevoli attori protagonisti, mal disposti a rinunciare alla parte e centrati solo sui propri interessi. Se ci poniamo ai lati del palcoscenico ad osservare la commedia in corso, risulterà evidente come potrà virare in tragedia inaspettatamente da un momento all'altro. Non c'è rispetto per il copione dell'altro, né la propensione a costruire qualcosa che coinvolga gli altri attori in un progetto di più ampio respiro. Nessuno è pronto a rinunciare ai propri diritti, anzi è sbilanciato a tutelarli oltre i limiti sociali e morali del rispetto, sebbene un senso di insoddisfazione perenne ne caratterizzi l'operato. 
Un mondo di questo tipo non può funzionare. 
Manca di libertà: per se stessi e per gli altri. Non è possibile vivere sempre in all'erta. Né la mia libertà, per essere veramente tale, può soffocare quella di chi mi sta accanto. 
E' necessaria una presa di coscienza. Un'assunzione di responsabilità individuale. Un cambio di prospettiva di osservazione. La consapevolezza che il mio benessere non può prescindere da una condizione di armonia con quello che mi circonda. 
Ci vuole il coraggio di rimettersi in gioco. 
Il coraggio di imparare ad ascoltarsi.