sabato 5 maggio 2018

IL FUTURO COME MINACCIA

Estratto da "L'ospite inquietante - Il nichilismo e i giovani -" di Umberto Galimberti:

"Dio è davvero morto e i suoi eredi (scienza, utopia e rivoluzione) hanno mancato la promessa. Inquinamenti di ogni tipo, disuguaglianze sociali, disastri economici, comparsa di nuove malattie, esplosioni di violenza, forma di intolleranza, radicamento di egoismi,  pratica abituale della guerra hanno fatto precipitare il futuro dall'estrema positività della tradizione giudaico-cristiana, all'estrema negatività di un tempo affidato a una casualità senza direzione e orientamento.
E questo perchè, se è vero che la tecno-scienza progredisce nella conoscenza del reale, contemporaneamente ci getta in una forma di ignoranza molto diversa, ma forse più temibile, che è poi quella che ci rende incapaci di far fronte alla nostra infelicità e ai problemi che ci inquietano e che paurosamente ruotano intorno all'assenza di senso.
Per dirla con Spinoza, viviamo in un'epoca dominata da quelle che il filosofo chiama le "passioni tristi", dove il riferimento non è al dolore o al pianto, ma all'impotenza, alla disgregazione e alla mancanza di senso, che fanno della crisi attuale qualcosa di diverso dalle altre a cui l'Occidente ha saputo adattarsi, perchè si tratta di una crisi dei fondamenti stessi della nostra civiltà."


Le parole di Galimberti sono forti: la loro forza risiede nella trasparenza con cui mettono in luce l'assenza di senso che appartiene inconsciamente ad ognuno di noi quando guardiamo alla realtà che ci circonda. Un mancanza senso che, a mio avviso, ha radici profonde e si specchia solamente negli eventi esterni. Una mancanza di senso che si manifesta nel momento in cui perdiamo il contatto con la nostra essenza e ci lasciamo fagocitare dai pensieri, dalle preoccupazioni, dalle aspettative, dai ruoli della mente e dal suo giudizio. Una mancanza di senso che si manifesta nel distacco dal nostro stesso corpo e dai suoi bisogni fisiologici (alimentazione, riposo...). Una mancanza di senso che si manifesta negli automatismi dell'abitudine e nella convinzione che la tecnologia sia un bisogno e non più un aiuto. Credo sia importante riflettere a fondo su queste parole.

Nessun commento:

Posta un commento