Resistere.
Cosa significa resistere?
Resistere significa opporsi al fluire dell'esistenza.
Resistere è fermare il momento con la convinzione che sia possibile farlo.
Resistere è opporsi al percorso esperienziale necessario alla crescita.
Resistere è manifestare la presunzione di poter controllare la vita.
Vi è una sana resistenza?
No.
La resistenza non è mai sana in quanto cristallizza l'esperienza e la radica nell'immobilità.
Resistere è allontanarsi dalla natura propria delle cose: il movimento.
Non si può resistere all'infinito in quanto le forze implicate nella resistenza sono importanti e inevitabilmente giungeranno ad esaurimento. Quando questo accade la vita può riprendere il suo corso dal punto in cui si è bloccata. Lo spazio tempo si comprime nell'assenza di movimento per poi espandersi nuovamente e manifestarsi nel movimento.
Cos'è la cristallizzazione se non la morte dell'anima?
Cos'è la morte dell'anima?
La rinuncia all'incarnazione.
Perché questo avviene?
Le motivazioni sono molteplici, ma alla base delle stesse vi è una profonda inconsapevolezza e un dispiegarsi delle forze più materiali della natura umana.
Vi è una sorta di delirio di onnipotenza teso al controllo e alla manipolazione. Vi è mancanza di accettazione e consapevolezza. Vi è l'orgogliosa presunzione della conoscenza intesa come potere sulla manifestazione.
Perché quindi resistere?
Perché opporsi?
Perché adombrarsi?
Non c'è amore nella resistenza. C'è solo la brama del possesso e del desiderio manifestato di essere in grado di dirigere gli eventi.
Lasciare andare è la via. L'unica via verso il centro del cuore. L'amore non possiede, non controlla, non resiste.
L'amore fluisce e nel suo fluire accoglie e si espande.
Come il corso d'acqua aggira gli ostacoli per continuare a fluire, l'amore avvolge e devia il suo corso di fronte alla resistenza.
Pralungo - Donatella Coda Zabetta