venerdì 31 agosto 2018

PARLANDO E ASCOLTANDO

"Parlare è affidarsi all'equivoco, è non sapere mai se la parola pronunciata è intesa dall'altro nello stesso senso in cui è stata proferita. Anche la parola di Dio non si sottrae a questa ineluttabilità. Le mille religioni che popolano la terra dicono che anche la parola di Dio non sfugge a questo destino che la consegna al potere di chi ascolta. Chiunque professa di appartenere  alla "vera" religione, professa solo di ritenere "vera" la propria interpretazione della parola di Dio.  Sottese a ogni dichiarazione di verità ci sono le strade errabonde, ora prepotenti, ora tolleranti, della propria interpretazione."

Umberto Galimberti - Paesaggi dell'anima 


Parole da leggere, da ascoltare, da interpretare. Per riflettere. Per osservarsi. Per imparare. Per rimettersi in discussione. Per crescere. Per comprendere. Per stare in silenzio.



venerdì 24 agosto 2018

IL PASSATO E I SUOI RUOLI

Spesso viviamo all'ombra del passato senza accorgercene. Questo accade perchè rinunciare ai ruoli che ci portiamo dietro significa far fronte al carico emotivo che li ha rivestiti. Non sempre abbiamo il coraggio di tuffarci nel baratro del già vissuto e ripercorrere le situazioni che ci hanno fatto soffrire  realizzando le emozioni represse che ci siamo messi in tasca.
Ammettere con noi stessi di aver provato odio, rabbia feroce, invidia ... scalfisce la nostra immagine di persone per bene, a maggior ragione quando queste emozioni sono state dirette verso gli affetti più cari.
Illudersi di non aver provato alcuna "reazione emotiva" al vissuto non porta niente di buono: congelare il sentire e stiparlo in cantina è come depositare un carico esplosivo sotto i  piedi. Questo  comportamento autoprotettivo ingrigisce le giornate con un paio di lenti scure retroattive pronte a donarci il cerino per accendere la miccia  di quel fantomatico gomitolo emotivo quando meno ce lo aspettiamo. Viaggiare armati è rischioso, per noi stessi e per gli altri. Scendere in cantina lo è altrettanto, soprattutto perchè il rinfrescare la memoria non ci rende immuni al suo dolore, ma, se vogliamo muoverci, liberi dal rischio di saltare in aria, sarà un viaggio da intraprendere.
Oltre la porta della cantina ci troveremo di fronte ai vestiti dei ruoli che ci piacciono di più: vittima, carnefice, adolescente, incapace, pretenzioso, malato immaginario, narcisista, crocerossina ... ad ognuno il suo. Il trucco sta nell'entrare in cantina non come attori protagonisti per infilarsi i costumi di scena, ma come registi del film che del nostro passato. Guardare alle immagini  con distacco ci permetterà di   osservare le emozioni dei personaggi come naturali reazioni agli eventi e di accoglierle con maggior serenità. Quando la pellicola sarà esaurita avremo maturato una visione più adulta e oggettiva dei ricordi e potremo anche perdonarci, non senza un velo di tristezza, di aver provato emozioni così potenti e distruttive e di averle trattenute. 
A questo punto i costumi di scena si dissolveranno e forti dell'esperienza e della consapevolezza generata dalla visione potremo chiudere la porta della cantina ormai svuotata dei suoi pericolosi contenuti per prepararci a girare un film di tutt'altro genere, quello che ci rappresenta.







lunedì 20 agosto 2018

EVVIVA IL CAPRO ... ESPIATORIO

Finchè capro esisterà,
le parole fluiranno all'esterno senza alcun tipo di controllo.

Disperdere la propria energia 
aiuta a non sentire
 il disagio interiore scatenato dagli eventi.

E allora ...
evviva il capro espiatorio
salvatore in terra delle anime inconsapevoli.

Evviva il capro espiatorio
protettore delle coscienze illibate.

Evviva il capro espiatorio
voragine senza fondo di ombre, paure e debolezze.

Amen.

Ralph e Cocco




giovedì 2 agosto 2018

LA SEMPLICITA' DEL QUOTIDIANO

Chi ha detto che occorra fare grandi cose per sentirsi vivi?
Chi ha detto che l'essere derivi dal riconoscimento?
Chi ha detto che l'utilità sia un valore aggiunto?
Chi ha detto che i ritmi debbano essere accelerati?
Chi ha detto che il successo sia sinonimo di realizzazione?
Chi ha detto che l'essere invisibili significhi non valere nulla?

Vivo quando sono presente in quello che faccio,
riconosco le mie potenzialità e le mie debolezze,
accolgo i miei ritmi e non ho bisogno di sentirmi utile.
Mi realizzo quando sono in armonia con me stesso
e non delego il mio benessere ad altri.