Chi non ha mai sbagliato, alzi la mano. Proprio così. Ci accade spesso, quando facciamo degli errori, di dimenticare che stiamo vivendo per fare esperienza e che i Mr & Miss Perfettini non esistono. Tutti abbiamo i nostri scheletri nell'armadio, le nostre ombre, le nostre paure e debolezze: certo c'è chi non le riconosce e si sente onnipotente e nel ricco mondo delle unicità individuali vi è ampio spazio per tutti, anche per coloro che in vita scelgono l'immobilità di un ruolo.
Quindi, quando capita di non imbroccarla per niente, è inutile sentirsi un fallimento e piangersi addosso riducendo l'autostima ad uno straccetto stracciato. E', al contrario, alquanto efficace chinare il capo, fare lezione di umiltà, riconoscere il proprio errore, comprenderlo, estrapolare l'insegnamento allegato facendone tesoro per poi lasciar andare ferite, orgoglio, ego, dolore e pippe mentali. Insomma in parole povere, assumersi la responsabilità dei propri scivoloni e rialzarsi più forti interiormente. E mi raccomando, non prendete ad esempio gli svicolatori professionisti dello scarica-barile (di solito si accompagnano agli onnipotenti!!!).
Dobbiamo essere consapevoli che possiamo sempre e solo fare del nostro meglio. Se la nostra scelta si è rivelata un buco nero significa che eravamo pronti per l'esperienza buco nero. Il fondo di un buco nero è sempre un buon punto di partenza per la crescita, a meno che si decida di arredarlo e farne dimora stabile prediligendo una situazione di comodo alla risalita: al bando le lamentele, però, sempre di scelta si tratta.
Gli scalatori provetti (quelli della via in salita) si accorgeranno che le difficoltà del percorso rinforzano il corpo e lo spirito: di fronte ad un'esperienza similare, la seconda volta, saranno più oggettivi e pronti per un buco differente ;-) (scherzavo!!! Mica tanto).
Vignetta di Cavezzali