giovedì 28 gennaio 2016

LA CENTRIFUGA EMOTIVA

Mi capita spesso di osservare con attenzione le persone e in questo periodo ho notato dei veri centrifugati emotivi a piede libero. Un giorno umore alle stelle, il giorno successivo un cumulo di ossa tenute insieme dal bostik della rabbia, della tristezza, della depressione. Un ottovolante vivente di instabilità. Inutile dire che si sprecano le sfuriate, i lanci di sensi di colpa non riconosciuti e le barricate difensive. Mantenere centratura ed equilibrio, rimanendo neutrali di fronte a tanta attività è un ottimo esercizio di consapevolezza. Riuscire a schivare addebiti di responsabilità e sensi di colpa germoglianti per induzione richiede moltissima energia. Far tesoro degli specchi deformanti delle emozioni altrui per lavorare sulle proprie ne richiede ancora di più. 
Che dire ... stiamo attraversando un periodo fecondo per la crescita. All'opera e cuori in azione!


Foto di Steve Johnson da Pexels

venerdì 22 gennaio 2016

ANSIA : PARALISI DEL SISTEMA

Oggi desidero stimolare una riflessione citando un estratto dal libro "La via dello Zen" di Alan Watts:

"Ogni sistema di feed-back ha bisogno di un margine di "ritardo" o di errore. Se cerchiamo di realizzare un termostato assoluamente preciso (cioè, se portiamo vicinissimi il limite superiore e il limite inferiore della temperatura, nel tentativo di mantenerla costantemente a venti gradi) l'intero sistema scoppia. Poichè se i limiti superiore e inferiore coincidono, coincideranno anche i segnali per spegnere e per accendere. Se venti gradi è tanto il limite superiore quanto quello inferiore, il segno "via" sarà anche il segno "alt"; "sì" implicherà "no" e "no" implicherà "sì". Di conseguenza il meccanismo partirà "tremando", accendendosi e spegnendosi, accendendosi e spegnendosi, finchè non andrà in pezzi.  Il sistema è troppo sensibile e palesa sintomi che assomigliano all'ansietà umana. Difatti, un essere umano, quando è così cosciente di sè, così autocontrollato da non potersi abbandonare, trema e oscilla fra opposti. ...
Ora, la vita umana consiste principalmente e originariamente di azione: significa vivere nel concreto mondo della quiddità. Ma noi abbiamo il potere di controllare l'azione mediante la riflessione, cioè pensando, paragonando il mondo effettivo con memorie o "riflessioni". Le memorie sono organizzate in immagini più o meno astratte: parole, segni, forme semplificate, e altri simboli che possono essere passati rapidamente in rassegna l'uno dopo l'altro. Da tali memorie, riflessioni, simboli la mente costruisce la sua idea di sè. Ciò corrisponde al termostato (la fonte di informazione sulla propria azione passata, in base alla quale il sistema corregge se stesso). La mente-corpo deve, è naturale, confidare in quelle informazioni al fine di agire, poichè dal tentativo di ricordare se abbiamo  ricordato ogni cosa con precisione si produrrà facilmente la paralisi.
Ma per mantenere nella memoria la provvista d'informazioni, la mente-corpo deve continuare ad agire "in proprio". Non deve attaccarsi troppo al suo ricordo. Occorre un "ritardo" o una distanza tra la fonte di informazione e la fonte di azione. Ciò NON significa che la fonte di azione deve esitare prima di accettare le informazioni. Significa che non deve identificarsi con la fonte di informazione. Abbiamo visto che la caldaia del termosifone, quando risponda troppo da vicino al termostato, non può procedere senza tentare di arrestarsi, o arrestarsi senza tentare di procedere. Ciò è proprio quanto accade all'essere umano, alla mente, quando il desiderio di certezza e di sicurezza suggerisce una identificazione fra la mente e l'immagine che essa ha di sè. Non può lasciarsi andare. sente che non dovrebbe fare ciò che sta facendo, e che dovrebbe fare ciò che non sta facendo. Sente che non dovrebbe essere ciò che è, ed essere invece ciò che non è. Per di più, lo sforzo di rimanere sempre "buono" o "felice" è come tentare di mantenere il termostato a venti gradi costanti rendendo il limite inferiore identico al limite superiore.
L'identificazione della mente con la propria immagine è perciò paralizzante perchè l'immagine è fissa - è passata e finita. Ma è un'immagine fissa di se stessi in movimento! Restarle fedele equivale così a trovarsi in costante contraddizione e conflitto. Di qui la massima di Yun-men: "Nel camminare, camminate. Sedendo, sedete. Soprattutto non tentennate". In altre parole, la mente non può agire senza rinunciare all'impossibile tentativo di controllarsi oltre a un certo punto. Essa deve abbandonarsi, tanto nel senso di confidare nella propria memoria e riflessione, quanto nel senso di agire spontaneamente, per proprio conto nell'ignoto. ...
In altre parole, se uno sta per riflettere, che rifletta, ma non rifletta sul riflettere."





giovedì 21 gennaio 2016

SIATE CUORE, SIATE LUCE

E' un periodo faticoso. Siamo di fronte ad una scelta: riconoscere il cuore all'interno della materia. Emergono la nostra immobilità, la nostra rabbia, il nostro senso di frustrazione e dobbiamo farci i conti. 
Dobbiamo attivare il discernimento e la consapevolezza o gli eventi della quotidianità non lasceranno spazio ad altro, travolgendoci con il loro fiume emotivo. La paura aleggia nell'aria, le preoccupazioni incrementano l'ansia e ci portano a diventare estremamente egocentrati, pensando solo al nostro benessere e a quello di coloro a cui vogliamo bene. Ci chiudiamo spesso e volentieri in compartimenti stagni dove la rabbia si accumula e spesso la relazione con l'altro è colma di aggressività. Il rispetto per se stessi diviene soddisfacimento dei propri bisogni senza alcun riguardo al fatto che si tratti di bisogni fisiologici primari o di semplici capricci. La libertà si trasforma in anarchia, pensieri e azioni di ogni genere affollano l'etere, dividono e separano, creando profonde fratture tra quella che viene considerata una "GIUSTA" battaglia e quella che al contrario viene giudicata "SBAGLIATA".
Vi è la semina occulta dell'odio, della rabbia, della disumanità. L'inconsapevolezza di molti è terreno fertile affinchè questi semi germoglino e diano i frutti amari della guerra.
Non possiamo fare assolutamente nulla per cambiare il sistema, ma  possiamo tirarci fuori dai giochi.
Consigli pratici: rimanere il più possibile centrati all'interno, respirazione, movimento consapevoli e attento discernimento. La distrazione è il pericoloso scivolare nel giudizio e l'affossamento del cuore.
Siate cuore, siate luce.





mercoledì 20 gennaio 2016

SINDROME DELLA CROCEROSSINA EVOLUTION

"Per ciò che riguarda il viaggio nel mondo interiore, 
chiunque ti dia formule belle e pronte 
non è un amico, ma un nemico. 
Impara a brancolare nel buio. 
Non puoi fare altro ... 
proprio il tuo brancolare diventerà una comprensione che ti libererà dal buio."
Osho

Interessante spunto di riflessione in relazione alla condivisione della propria esperienza. Ho meditato profondamente su queste parole da aprile dell'anno scorso quando ho deciso di ritirarmi e interrompere i seminari di meditazione. Da un lato la tristezza di non poter donare ciò che avevo imparato, dall'altro la consapevolezza della sua inutilità. 
Osho continua citando una frase di Gesù: "La verità rende liberi", commentando che è proprio la comprensione di questa libertà a favorire la crescita individuale. E la comprensione è strettamente personale e frutto di un doloroso viaggio nel buio delle proprie paure, debolezze e della propria mancanza di accettazione. Perfezionando la mia crescita ho compreso che il mio prender per mano e accompagnare le persone ad una migliore comprensione di se stesse con la meditazione, si sobbarcava spesso la gran parte del lavoro individuale con l'inevitabile risultato che in pochissimi facevano tesoro dello spunto per continuare ad approfondirlo da soli. 
Dopo l'interruzione osservai a distanza il dispiegarsi degli eventi. Proprio quando molti di loro si ritrovarono di punto in bianco a brancolare nel buio della loro solitudine misero a frutto il lavoro svolto in anni di meditazione: si rimboccarono le maniche e trasferirono nella quotidianità quanto sarebbe rimasto in forma potenziale se avessi continuato a seguirli. Alcuni fecero meravigliosi passi verso il benessere e la consapevolezza, altri si arenarono nel buio delle loro insicurezze (e il mio continuare a seguirli non sarebbe servito comunque). 
Spesso mi sono chiesta se riprendere i gruppi di meditazione, ma non sono ancora pronta a rimanere impassibile di fronte alle difficoltà dell'altro e a non porgere la mano, donando risposte e spunti. Per questa ragione ho scelto di lavorare ulteriormente su di me prima di provarci. La scrittura mi offre la possibilità migliore per condividere quanto ho compreso in quanto getta sassi nel lago dell'interiorità. Non elimina quel faticoso e doloroso brancolare nel buio, ma lo stimola in chi è pronto e lascia indifferente chi non lo è. Non offre soluzioni individuali, ma riflessioni che devono essere interiorizzate per poter stimolare una comprensione personale.
Non so se riprenderò mai a tenere seminari, ma sicuramente continuerò a scrivere, per me stessa innanzi tutto, in quanto lo trovo profondamente terapeutico, e chissà forse anche per coloro che sapranno cogliere nella mia esperienza spunti da elaborare personalmente.




lunedì 18 gennaio 2016

IL SILENZIO DELL'ASCOLTO

Avete mai provato a fermarvi un attimo ad ascoltare il vostro corpo? 

Sembra banale, ma non lo è affatto. Corriamo così tanto dietro alla vita che quando decidiamo di fermarci, la nostra mente sembra non percepire il segnale e continua a sfrecciare imperterrita dietro il fiume in piena dei pensieri. Quando cerchiamo di portare l'attenzione all'ascolto, siamo subito sviati da quello che dobbiamo fare o abbiamo omesso di fare, dalle preoccupazioni e dalle paure. Il silenzio dell'ascolto diviene un miraggio e ci pare irraggiungibile. E senza silenzio, l'ascolto è filtrato dalla mente. Cosa intendo? Immaginate di dover assolutamente recarvi ad un appuntamento e di sentirvi a pezzi: se il silenzio vi permettesse di ascoltare il corpo, ne udireste l'urlo teso a fermarvi per riposare, ma se lasciate spazio al chiacchiericcio della mente, mille e una giustificazioni emergeranno inoppugnabili a spingervi ad uscire lo stesso. Il grande problema è che ci siamo abituati a tacitare continuamente il corpo e la conseguenza con cui dobbiamo inevitabilmente fare i conti è quella di aver perso il contatto con esso. Abbiamo eretto così tante barriere da congelare il sentire e ridurre il corpo a una serie di automatismi di cui siamo inconsapevoli. 
Il disgelo non è opera semplice in quanto porta a galla tutte le richieste mai ascoltate del corpo in un colpo solo. Ci si trova così di fronte ad un bivio ...

Ricerco il silenzio o faccio finta di niente e riprendo a correre?




domenica 17 gennaio 2016

IL RITMO DEL CORPO Muoversi con consapevolezza


ATTRAVERSO L'INTEGRAZIONE DI ORIENTE E OCCIDENTE
E' NATO UN NUOVO MODO DI FARE QI GONG,
DOVE L'ESPERIENZA DEL CORPO PASSA ATTRAVERSO IL LAVORO INTERIORE
PER FARCI SENTIRE PIU' IN SINTONIA CON NOI STESSI
E IN ARMONIA CON LE COSE DEL MONDO E CON GLI ALTRI.

RIFLESSIONI D'INVERNO

L'inverno ci porta naturalmente a privilegiare l'introspezione e una vita più ritirata, Leggere davanti ad un camino acceso è un'esperienza meravigliosa. Così come meditare quando il silenzio di un paesaggio innevato avvolge il mondo intorno. 
Leggendo, meditando e scrivendo si mettono a frutto le esperienze dell'anno, le si elabora, le si assimila, le si digerisce per rinascere trasformati in primavera. 
La riflessione introspettiva ci induce a osservare con maggiore oggettività il vissuto e a trarne preziosi insegnamenti. Le legnate assorbite e quelle assestate stimolano la chiarezza e la comprensione.
Non si può salvare il mondo ed è già dannatamente difficile salvare se stessi dal sonno atavico dell'inconsapevolezza. E così ci si rimette in discussione con grande umiltà. Ci si osserva agire diretti da un ego sempre più sottile da velarsi dietro la purezza d'intenti. E dietro l'illusione dell'aiuto si scava per illuminare se stessi e le proprie debolezze. E ci si osserva nuovamente, messi a nudo dalla vita. E finalmente si cresce. Un altro po' in direzione del cuore.






venerdì 15 gennaio 2016

ARMONIA E SEMPLICITA'

Ascolta il tuo cuore, 
muoviti in sintonia con il tuo cuore, 
qualsiasi sia il rischio: 
"Una condizione di assoluta semplicità, il cui prezzo altro non è che ogni cosa ..."
Essere semplici è arduo,
perchè il suo prezzo è ogni tuo avere.
Devi perdere ogni cosa, per essere semplice.
Ecco perchè la gente ha scelto di essere complessa
e si è dimenticata come fare a essere semplice.
D'altro canto, solo un cuore semplice, palpita di anelito divino,
cammina con lui mano nella mano.
Solo un cuore semplice canta con Dio in profonda armonia.
Per raggiungere quel punto,
dovrai trovare il tuo cuore, il tuo anelito, il tuo palpito.
Osho 





LA RABBIA ... NEMICA AMICA

Difficile e faticoso relazionarsi con la rabbia di altri, ma ancor di più con la propria.
Siamo abituati a vedere nella rabbia il suo lato distruttivo e questo rende la gestione della stessa una patata bollente. Il luogo comune che esplodendo la rabbia la si elimini è un altro mito da sfatare. Come quello che il convincersi di non provare rabbia, la faccia scomparire.
Spesso creiamo mille e uno espedienti per non dover affrontare ciò che ci fa paura o ci pone di fronte alla nostra incapacità a risolverlo.
La rabbia è un'emozione duale e come tale può essere trasformata nel suo lato illuminato. Immaginiamola come un fuoco: se da un lato può incenerire tutto, dall'altro è una potente energia pronta all'uso.
Non si può pensare di combattere, dominare, soffocare la rabbia perchè questi atteggiamenti non fanno che renderci suoi schiavi. Nel momento in cui perdiamo oggettività e, invece di provare rabbia, ci identifichiamo con la rabbia, prendiamo parte al suo gioco incendiario.
Non identificarsi con la propria rabbia (se reagiamo o soffriamo di fronte alla rabbia altrui, deteniamo al nostro interno della rabbia irrisolta e l'altro non fa che specchiarne la presenza) è il primo passo verso la trasformazione. 
Essendo un'emozione di natura mentale, la rabbia attizza la nostra soggettività rendendoci centro indiscusso - e fuori controllo - di pensieri e azioni. Non a caso il detto popolare "Non ci vedo più dalla rabbia!" a sottintendere il fatto che essa ci rende ciechi di fronte al mondo che ci circonda.
Per riacquistare la vista è importante togliere corrente alla mente attraverso una respirazione consapevole: focalizzando l'attenzione su inspirazione ed espirazione profonde attivo nel corpo un comportamento di apertura che trasforma l'atteggiamento di chiusura della rabbia (spalle contratte, rigidità muscolare, tensione...), riportando gradualmente il fuoco che ci brucia dentro ad un calore sopportabile. Con questo passaggio si acquisisce distacco e lucidità, importantissimi per cambiare prospettiva d'osservazione al vissuto e rendere la visione più oggettiva. 
Nel libro "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" (Edizioni Mediterranee) tratto questo tema in modo più approfondito.



giovedì 14 gennaio 2016

RABBIOSAMENTE PERSI

Quante persone stanno vivendo uno sprofondamento nello scuro pozzo della loro aggressività? C'è chi la reprime e chi la spara a mille, ma in entrambi i casi si percepisce chiaramente. Questa rabbia è nell'aria che respiriamo, nell'etere che ci avvolge e rimanerne immuni non è facile. I pensieri la trasudano, le parole la esprimono e la veemenza di certe azioni la manifesta. Chi osserva in modo oggettivo si sente inerme di fronte a tanta dirompenza. Restare centrati ed essere cuore richiede uno sforzo continuo, infinita pazienza, tolleranza e tanto amore. Amore per quest'uomo così barcollante nella sua umanità, così facile preda delle sue passioni ed emozioni, così confuso e incapace di guardare dentro se stesso con umiltà prima di sparare a zero su tutto e su tutti. E' il momento della scelta e si acuisce sempre più il divario creato dalla presenza o assenza di consapevolezza. Al silenzio di pochi corrisponde l'urlo di guerra di molti. Credo profondamente in quel silenzio, tacito spazio di amore emanante. Tutto cambia e tutto si trasforma e anche questo stato di cose passerà. E che l'amore avvolga l'odio e lo illumini d'immenso.





mercoledì 13 gennaio 2016

LA BELLEZZA

" Bisogna passare dall'amore di una bella forma all'amore di tutte le belle forme e della bellezza fisica  in generale; poi dall'amore dei bei corpi all'amore delle belle anime, delle belle azioni e dei bei pensieri. 
In questa ascensione attraverso la bellezza morale, a un tratto apparirà una bellezza meravigliosa eterna, esente da ogni corruzione, assolutamente bella. Essa non consiste nè in un bel viso, nè in alcun corpo, nè in un pensiero, nè in una scienza. Essa non risiede infine in alcun essere differente da lei stessa nè in cielo nè in terra, ma esiste eternamente in sè e per sè nella sua assoluta e perfetta unità."
Dal "Convito" di Platone


Mi capita spesso di fronte ad un paesaggio naturale, a un fiore o a un animale, di sentire il cuore colmo di gratitudine per tanta bellezza. E mi capita quando scelgo di aprirmi ad un tempo scandito dal ritmo della natura e non dall'orologio. Quando mi apro ad uno spazio di accoglienza e osservazione, lasciandomi travolgere dalla bellezza fino a sentirmi parte di essa. Sono momenti meravigliosi, leggeri, totali. Non bisogna mai perdere la capacità di meravigliarsi e abbandonarsi alla gioia del cuore.

lunedì 11 gennaio 2016

HO SCRITTO UN LIBRO ...

Dal titolo "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI guardare alle cose cambiando prospettiva" - edito da Edizioni Mediterranee e pubblicato nel febbraio del 2014 - dal quale il blog ha preso il nome.

E perchè dedico un blog a raccontarlo? 

Perchè in molti non lo sanno. L'ho scritto per offrire spunti di riflessione a coloro che intendono intraprendere un percorso verso la consapevolezza o molto più semplicemente cercare di stare meglio con se stessi e con gli altri. Sono consapevole del grande dono che la vita mi ha fatto permettendomi di avere una spiccata sensibilità e apertura verso altri piani dimensionali e proprio per questo ho sentito forte nel cuore l'esigenza di condividerlo. 
Allego la premessa  de "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI":


Gli insegnamenti di questo libro desiderano essere un aiuto per tutti quelli che 
intimamente credono nella libertà

e sono pronti a rimettersi in discussione 
fidandosi del loro sentire.
Non tutti i percorsi possono essere individuati da
un tracciato comune, ma la ricerca inizia sempre 
dall’interiorità individuale,
cresce con la consapevolezza
e termina con il riconoscimento dell’essere. 
Ognuno è libero di perseguire questo cammino 
seguendo il proprio cuore.
Gli insegnamenti, ivi riportati, potranno essere accolti, ascoltati 
o semplicemente lasciati andare.
Il cuore sa che cosa è per lui importante
e la libertà è il fondamento della sua espressione.
 Con infinito amore.


I Maestri della Gerarchia Spirituale



In questi giorni sto correggendo l'ultima bozza di un nuovo volume (che vedrà la luce a febbraio 2016 sempre con Edizioni Mediterranee) scritto a 4 mani con un carissimo amico, Emilio Martignoni. 
La mia ricerca non si è fermata e l'esperienza di questi anni con i gruppi di Qi Gong Daoyin l'ha resa più ricca. L'intento di rendere il percorso verso la consapevolezza sempre più concreto e accessibile a tutti ha diretto il lavoro di questo nuovo libro che integrerà pratica corporea e meditazione. 
La lettura del "Coraggio" è propedeutica, per cui ... buona lettura da cuore a cuore ;-)

(Nel sito www.ildiamantearcobaleno.com potrete leggerne alcune recensioni!)





SPIRITUALMENTE CONCRETO

Estratto da "Lo sviluppo transpersonale" di Roberto Assagioli:

"Lo Spirito costituisce l'elemento di trascendenza, di superiorità, di permanenza, di potenza, di libertà, di interiorità, di creatività, di armonia e di sintesi, in ogni manifestazione, tanto individuale, quanto sociale. Così, nell'uomo, è spirituale (in qualche misura) tutto ciò che lo induce a trascendere il suo esclusivismo egoistico, le sue paure, la sua inerzia, il suo edonismo; tutto ciò che lo porta a disciplinare, a dominare, a dirigere le forze incomposte, istintive ed emotive che si agitano in lui, tutto ciò che lo induce a riconoscere una realtà più ampia e superiore, sociale o ideale, e a inserirsi in essa, varcando i limiti della propria personalità.
In questo senso sono - in qualche misura - manifestazioni spirituali:
il coraggio, quale superamento dell'istinto di conservazione fisica;
l'amore e la dedizione a un altro essere umano, alla famiglia, alla patria, all'umanità, in quanto superamento dell'egoismo;
il senso di responsabilità;
il senso di cooperazione, di socialità, di solidarietà;
il disinteresse e ancor più la dedizione e il sacrificio;
la volontà nel suo vero senso, quale principio e potere di autodominio, di scelta, di disciplina, di sintesi;
la comprensione , che è allargamento della nostra sfera di coscienza, immedesimazione simpatica con altri esseri, con altre manifestazioni della vita spirituale - e soprattutto la comprensione di questa vita universale, il riconoscimento del suo significato e del suo scopo, di un Volere e di un Potere intelligente, saggio, amorevole, da cui l'universo proviene, che ne dirige l'evoluzione e che lo guida verso una meta gloriosa."

                                   Dipinto di Nicholas Roerich

La lettura di questo estratto di Assagioli potrebbe far sorgere istintivamente un moto di disappunto.  La mente giudicante tende, infatti, a evidenziare a difesa dell'ego, il valore di rinuncia insito nelle parole in rosso. Solo il cuore può coglierne la ricchezza.
Ad esempio, siamo culturalmente abituati a identificare il termine sacrificio con lo sforzo o la rinuncia a qualcosa in vista di un fine, dimenticando l'etimologia della parola e il suo significato più profondo. Sacrificio deriva dal latino sacrificium, sacer + facere : rendere sacro. 
Ci siamo persi per strada la sacralità dell'azione e non riusciamo a vedere altro che la sofferenza di una scelta di abnegazione. Nel percorso spirituale questa scelta è la manifestazione della realizzazione del cuore. E' una scelta naturale e spontanea, ricca e totalizzante, che sa nobilitare la fisicità attraverso azioni concrete dirette dallo spirito.
Mai come in questo caso la relatività di uno sguardo soggettivo, e con questo termine intendo centrato sull'ego, può alterarne la percezione.

giovedì 7 gennaio 2016

LA PAURA DI ESSERE LIBERI

Estratto da "Lo sviluppo transpersonale" di Roberto Assagioli:

"... la liberazione dalla paura è fondamentale, poichè soltanto chi si è liberato dalla paura è veramente libero.  ....
Qui però ci troviamo di fronte a un paradosso: in contrasto al suo spontaneo anelito di libertà, l'uomo ha allo stesso tempo paura della libertà! Ciò si spiega col fatto che la libertà implica impegno, autodominio, coraggio, e altre qualità della vita spirituale. Com'è stato giustamente detto: "Il prezzo della libertà è una continua vigilanza". La libertà va riconquistata o salvaguardata ogni giorno, si potrebbe dire ogni istante; non basta "liberarsi" una volta per tutte. L'uomo, anche quello che non si rende ben conto di questo, lo intuisce, ha paura della libertà e, di conseguenza, ne rifugge."



E' importante riflettere su queste parole di Assagioli. Spesso siamo proprio noi a determinare la nostra assenza di libertà. 
Essere liberi richiede un impegno continuo e un'assunzione di responsabilità che basa sul sè la propria manifestazione. 
Essere liberi significa totale accettazione di chi siamo, dei nostri limiti e delle nostre potenzialità. Essere liberi significa rispetto verso se stessi e conseguentemente verso gli altri. 
Essere liberi significa avere il coraggio di scegliere, di parlare e agire coerentemente al sentire interiore. 
Essere liberi è gioire della solitudine in compagnia del proprio cuore.

mercoledì 6 gennaio 2016

SCRIVERE

"Divenni scrittore, mentre originariamente non avevo alcuna tendenza allo scrivere, solo perchè, date le mie capacità esistenti e soprattutto le mie incapacità, non vedevo altra strada davanti a me che quella della espressione scritta per poter materializzare il mio essere. Mentre scrivo mi sono sentito sempre non dissimile da un medium scrivente; non sapevo mai a priori quello che stavo per dire, sentivo solo la spinta di dire proprio allora qualcosa su un determinato argomento. Il primo risultato si produceva ogni volta nel modo più rapido che fosse materialmente possibile, e costituiva per me ogni volta una sorpresa, sia pure la sorpresa di riconoscere con gioia ciò che prima avevo solo oscuramente presentito." 
Hermann Keyserling


Quando ho letto questa frase ho sorriso. Ogni post del blog "Il coraggio di ascoltarsi" è nato così. 
Osservo, ascolto, medito e ogni giorno scelgo un argomento in modo più o meno casuale e inizio a scrivere: le parole fluiscono naturalmente aprendomi nuove prospettive e portando chiarezza.
Ho sempre trovato la scrittura profondamente terapeutica. 
Provate a scrivere o a disegnare. Fatelo per voi stessi e scoprirete la magia dell'ascolto attraverso la creatività artistica. Lasciate parlare il cuore al di là del giudizio e della razionalità e sarete sorpresi  del grande valore della libertà espressiva.

venerdì 1 gennaio 2016

UN NUOVO INIZIO O UN GIORNO COME GLI ALTRI?

Il Capodanno è spettatore distaccato di un'infinità di promesse, aspettative e desideri di chi vuole cambiare, ma non trova mai il momento giusto per farlo. 
Il Capodanno è spettatore distaccato del dolore e della sofferenza di chi sta attraversando momenti difficili e non ha tempo per pensarci.
Da una parte osserva l'entusiasmo di un nuovo inizio, mentre dall'altra evidenzia la continuità del vissuto. 
In fondo non si discosta da tutti gli altri giorni, se si vive con consapevolezza. 
La trasformazione avviene quando siamo pronti ad accoglierla, così come il dolore si manifesta improvviso a travolgere le nostre vite quando meno ce l' aspettiamo.
La differenza sostanziale dipende da noi e risiede nel nostro modo di vivere gli eventi, nella nostra capacità di rimanere centrati nel presente, perché in fondo è proprio il qui ed ora l'unico momento a contare veramente. 
Non esistono date d'inizio, se non nella nostra mente, per l'interiore bisogno di convincerci che il domani sarà migliore perché cambia qualcosa al di fuori di noi. 
"Sii il cambiamento che vuoi veder avvenire nel mondo" diceva Gandhi. 
Non possiamo cambiare il passato così come non possiamo programmare il futuro. E' illusorio il pensiero di poterlo fare. Il rimanere agganciati al dolore del passato ferma il tempo, così come il vivere di continui sogni senza  realizzarli.
Il presente porta con sé i frutti di quello che abbiamo seminato e ripone nella terra i semi per i frutti di domani. Se il raccolto non è stato buono, facciamo tesoro di quello che l'esperienza ci ha trasmesso e prepariamo la nuova semina con gioia. 
In questo nuovo giorno, se proprio vogliamo attribuire un significato temporale al primo Gennaio 2016, facciamo nostra la consapevolezza che per essere nella gioia dobbiamo scegliere la gioia, per vivere con più leggerezza dobbiamo lasciar andare le aspettative, per non essere sopraffatti dal dolore dobbiamo rimanere centrati sulla Luce della fiducia che tutto passa e si trasforma.