lunedì 7 ottobre 2019

ABBANDONARE I RUOLI

Oggi riflettevo sul fatto che tendiamo a identificarci con un ruolo così profondamente da dimenticare chi siamo al di là di esso.
Siamo talmente abituati a pensare a noi stessi come attori sul palcoscenico della vita che quando togliamo gli abiti di scena dei ruoli che abbiamo interpretato (in famiglia, sul lavoro, in compagnia degli amici, a scuola...) ci sentiamo nudi.
Solo quando un cambiamento inaspettato (un licenziamento, una separazione, una litigata...) rimette in discussione il ruolo che rivestiamo da tempo ci rendiamo conto di quanto ci fossimo identificati con esso e di colpo ci sentiamo svuotati. Ci eravamo talmente adagiati nella sicurezza e nella stabilità di quel ruolo che la sua scomparsa ci porta inevitabilmente a fare i conti con qualcosa di più profondo dell'idea che avevamo di noi stessi.
I cambiamenti si rivelano sempre un dono e non avvengono mai casualmente. Questo non significa che abdicheremo al cambiamento al primo colpo, ma saremo comunque obbligati a fare un primo passo nella sua direzione.
Ho lavorato in proprio nel tessile per tanti anni e per ben 3 volte la vita mi ha posto di fronte al bivio del cambiamento. Le prime due non ho avuto il coraggio di cambiare e ho ricostruito con indefessa volontà il mio castello di carte nel mondo del business.
Quando, dopo anni di fatiche, arrivavo a piazzare la bandiera in cima al mio meraviglioso maniero, pregustando il meritato riposo del guerriero, il destino mi faceva crollare tutto. Alla terza volta mi arresi. Dopo mesi di crisi interiore nacque "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" e l'Associazione "Centro per lo sviluppo evolutivo dell'uomo". Dopo qualche anno prese forma "IL RITMO DEL CORPO" e con la sua uscita crollò tutto il mondo che avevo costruito: il destino ci mise lo zampino e mi obbligò a continuare in solitaria. Chiusi l'Associazione e firmai un'altra volta la resa. Di nuovo mi trovai a fare i conti con la mia nudità: colsi l'occasione (con l'età si diviene meno testardi o forse solo leggermente più consapevoli) e scavai nei meandri della mia anima.
E tutto si ribaltò nuovamente. Edizioni Mediterranee avrebbe voluto scrivessi il seguito del "Coraggio di ascoltarsi", ma non ci riuscii. Un'urgenza interiore mi spinse a viva forza in un'altra direzione e prese forma un romanzo. 
Tutto da capo. Pubblicherò o non pubblicherò? Non è dato sapere.
Scrivere un romanzo non è come scrivere saggi, per cui potrebbe anche rivelarsi una clamorosa sconfitta. Di cui, evidentemente, non potevo fare a meno.
E nell'attesa di una risposta dalle case editrici, qualche giorno fa mi va in tilt il computer e mi ritrovo senza passato e con un futuro del tutto imprevedibile.
Solo il presente è reale e mi trova libera da zavorre e obiettivi. Qualcosa si è compiuto e qualcosa non è ancora iniziato.
E' l'alba. Ne assaporo i colori e l'intensità. E li ritrovo in me.
Percepisco un fuoco ardere nel mio cuore: è vivace, luminoso e allo stesso tempo rassicurante. Mi accoccolo dinnanzi ad esso  e in solitudine mi preparo alla rinascita. Qualunque essa sia. 
Sento una grande forza in espansione e so che la Luce illuminerà la via. Mi affido.


Pralungo - Torrente Oropa - Foto Donatella Coda Zabetta



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