mercoledì 13 luglio 2022

ERA GIÀ TUTTO PREVISTO?

 La sensazione dell'accaduto permane quando tutto è già previsto. Ogni azione è in qualche modo coordinata da binari prefissati che ne seguono il dispiegamento. 
Causa-effetto diventano allora imperativi?
No, non sempre.
Vi sono situazioni in cui è possibile deviare il corso degli eventi. Queste situazioni sono determinate da un salto consapevole, da un incremento vibrazionale in grado di cambiare l'energia e sintonizzarla su frequenze differenti. 
I salti di consapevolezza avvengono quando si supera una soglia vibrazionale attraverso un continuo e graduale incremento dell'energia potenziale. Incremento che si manifesta con il salto quando il livello di soglia è raggiunto. 
L'energia della nostra interiorità fluisce e, quindi, viene continuamente ricevuta e lasciata andare nella relazione interno/esterno. Quando viene trattenuta questa energia crea un accumulo che si mantiene fino al livello soglia: successivamente deve essere trasformata e questo avviene con la manifestazione  di un evento inaspettato e temuto in grado di destabilizzare il sistema e riportarlo in equilibrio di flusso. Si tratta della caduta, proprio in quanto l'energia, raggiunto il suo picco, cade a livello materiale e si trasforma. Questo evento può può essere il punto di partenza del salto consapevole se viene vissuto con maturità e presa di coscienza inducendo un cambio di prospettiva e una nuova visione. Se questo non avviene si tratta semplicemente di uno scarico e un punto di partenza per un nuovo accumulo.
Le svolte nella vita nascono in questo modo per favorire la crescita e si manifestano sempre con un'interrelazione interno/esterno. Per questo non siamo disgiunti da ciò che ci circonda.
La rete invisibile che ci lega gli uni agli altri si allenta, si indurisce, si rompe, si ricrea sulla base della nostra interiorità e capacità di comprensione.
Non si può pensare ad un processo isolato. Non si può pensare che una nave possa navigare in assenza di mare, di terra da raggiungere, di confini da attraversare, di incontri da vivere.


    Foto Donatella Coda Zabetta

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