mercoledì 1 settembre 2021

CHE CI FA UNA BARCA A VELA NEL FIUME?

 La piccola barca a vela si era persa. Osservava le sponde boscose alla sua sinistra e alla sua destra mentre la massa d'acqua scivolava via intorno a lei. Non le era dato vedere la sorgente né la destinazione di tutta quell'acqua che la trascinava a valle. Avrebbe voluto prendere tempo per capire qualcosa in più, ma per restare ferma doveva comunque resistere in quanto l'inerzia avrebbe comportato l'affidarsi alla corrente. La piccola barca si rese conto che non era possibile evitare una scelta. A fare la differenza era solo la consapevolezza: poteva scegliere di resistere o di non resistere alla corrente. Se issava la vela la situazione peggiorava ulteriormente: un vento forte la sferzava da più direzioni e la piccola barca rischiava di ribaltarsi. 
Doveva agire e  in fretta. E si sa che la fretta è cattiva consigliera, sempre.
La piccola barca scelse consapevolmente di resistere e prendere tempo: era un buon momento per tornare al centro e chiedersi quale fosse la direzione giusta per lei.
Fu a quel punto che vide la grande aquila volteggiare nel cielo: osservò il maestoso rapace e ne invidiò la vista acuta e distaccata; da lassù poteva certamente vedere il lungo corso del fiume e i suoi pericoli.
E mentre la piccola barca a vela si dilettava in queste meditazioni, si illuminò. 
Aveva importanza sapere? Le avrebbe evitato secche e cascate lungo il percorso? O avrebbe potuto evitare la fine del viaggio?
Probabilmente avrebbe prestato più attenzione, ma al di là di questo solo l'interrompere il viaggio l'avrebbe messa al riparo dai pericoli (o questa era la sua illusione?).
La soluzione si celava nella consapevolezza della scelta. Solo in questo modo la piccola barca sarebbe stata in grado di accettare le difficoltà della via che aveva scelto assumendosene la responsabilità.
Era pronta a riprendere il viaggio e a seguire il corso del fiume. Lentamente. Con i suoi tempi.
Godendo della bellezza del paesaggio e del presente, consapevole delle sue scelte e delle sue fragilità.



Foto di Oziel Gómez da Pexels



Nessun commento:

Posta un commento