domenica 7 febbraio 2021

LA CHIAVE

Aveva osservato a lungo quella chiave. L'aveva riposta nel cassetto del comò tanto tempo fa. Tanto da dimenticarsene. Quando l'aveva ritrovata era rimasto sorpreso. Sapeva bene quanto gli era costato disfarsene, ma non aveva avuto il coraggio di buttarla via.
Ci sono sensazioni chiare, a volte, sebbene insopportabili. Lui lo sapeva. Come quando aveva sentito di dover riaprire quel cassetto. 
Si passò la chiave tra le mani e la soppesò tra lo stupito e il preoccupato. 
Ora che ne avrebbe fatto? 
Una cosa era certa: quella chiave scottava. Tanto da rendere faticoso il trattenerla.
Non capiva. Non capiva se stesso. 
Non apriva quella cantina da anni. Non aveva più voluto entrarci. Troppi ricordi feroci.
Cosa era cambiato da allora?
Lui era cambiato. La sua vita era cambiata. Drasticamente.
Ci sono ferite che non si rimarginano mai e con le quali devi imparare a convivere. Per sopravvivere. Per andare avanti.
Ripensò al passato e il buco nero dei ricordi lo fagocitò. Si sentì risucchiare da un vortice buio a cui oppose immediata resistenza. Percepì la lama del coltello affondare nella sua schiena all'altezza dello sterno e trattenne il respiro. Non poteva continuare così.
Avrebbe affrontato il passato ancora una volta. Non che non ci avesse provato prima, certo, ma ora il ritrovamento di quella chiave non lasciava scelta.
Scese le scale cauto, mentre il suo respiro accelerava con il cuore.
Quando giunse di fronte alla porta della cantina, osservò le ragnatele che nel tempo l'avevano ricoperta. Stentava a credere fosse parte della sua casa.
Con le mani scoprì la serratura e inserì la chiave. Un brivido lo scosse. 
Era sicuro di volerlo fare? 
Provava una paura sorda e paralizzante, irrazionale. Era un uomo adulto ormai. 
Esplose in una risata nervosa e girò la chiave nella toppa, afferrò la maniglia e aprì la porta. Cercò l'interruttore della luce e lo schiacciò. Buio pesto. La lampadina doveva essersi bruciata.
Prese l'accendino dalla tasca e illuminò la stanza. Era tutto esattamente come lo aveva lasciato.
Sul tavolo il coltello. Lo osservò avvicinando la piccola fiamma. Il suo sangue giaceva raggrumato sulla lama. Lo toccò come a sfidare la sua stessa vita. Era solo sangue secco. Avvicinò la fiamma alla lama e attese che quel sangue svaporasse via come per magia. 
Non aveva mai pensato di prendere in mano quel coltello, ma l'averlo fatto lo faceva sentire al sicuro. Poteva controllare la situazione. Poteva disfarsene finalmente.
Decise di bruciarlo. Salì al piano di sopra e lo buttò nel camino dove il fuoco ardeva scoppiettante. Il manico di legno bruciò immediatamente lasciando la lama scoperta e inutilizzabile. 
Fece un sospiro di sollievo, recuperò scala e lampadina e scese in cantina. Pulì con un panno la piccola finestrella che dava sul cortile per aver più luce e sostituì la lampadina. Quando accese la luce la cantina era un vero disastro di polvere e ragnatele.
Prese secchio e stracci e iniziò a pulirla a fondo. Quello spazio in casa gli avrebbe fatto comodo.
Non era più necessario chiudere la porta a chiave.






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