venerdì 29 gennaio 2021

IL FAGGIO E LA LUNA

 Stamane, poco prima dell'alba, una splendida luna piena filtrava tra i rami del mio amato faggio. Un albero che amo e che ho fortemente voluto nel mio giardino. Quando me lo portarono era già abbastanza grande e durante il trasporto fu scortecciato. Questa ferita lo debilitò così tanto che ebbi paura non ce la facesse a riprendersi. Lo curai con il mastice per mesi e lo difesi dagli insetti che cercavano continuamente di annidarsi in quella fessura aperta nella corteccia. Ci vollero anni affinché divenisse lo splendido albero attuale. So che può sembrare assurdo, ma nella sua storia mi sono rivista e curandolo è guarita una parte di me. Per questa ragione quando ho visto la luna piena illuminarlo il mio cuore ha fatto un sobbalzo.
Il connubio perfetto. Due simboli importanti nella mia vita. La sconfinata bellezza di un albero nudo e illuminato di fronte al suo lato ombra. La notte a incorniciarlo.
Spesso leggo pensieri di sconforto e di smarrimento di fronte a quanto sta accadendo: come se il buio della notte che stiamo attraversando non dovesse finire mai. E' naturale sentirsi nudi e impotenti davanti alla pandemia e alle sue conseguenze. E più opponiamo resistenza o ci agitiamo, più queste percezioni si faranno forti e ci destabilizzeranno.
Il faggio ci insegna a stare nella fredda notte invernale con apparente immobilità. La luce che lo illumina è riflessa e deriva dal sole interiore che palpita al suo interno pronto a manifestarsi in primavera con inalterata fiducia.  
C'è un tempo per ogni cosa. L'attesa è fonte di maturazione e consapevolezza quando si ha il coraggio di accogliere la propria nudità.



Foto Donatella Coda Zabetta



2 commenti:

  1. Grazie per questa condivisione Don, 🙏 Nel leggerti ti ho vista mentre accudivi il tuo Faggio e nel contempo te stessa ❤️, immagine e parole che vanno dritte al cuore. 🙏

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