lunedì 18 gennaio 2021

I PERCORSI E LA MIA VITA

 La mia vita è fatta di stradine in salita, di arrampicate vertiginose, di rapide discese, di passi lenti e ben distesi, di fermate, di cadute e anche di ritorni, o meglio di passaggi ripetuti.
Ho sempre visualizzato il percorso come una spirale verso il centro: più ne seguo le indicazioni approfondendo il sentire e più elevo la mia visione rendendola oggettiva. 
Come in alto, così in basso scriveva Ermete Trimegistro nelle Tavole Smeraldine e questa riflessione mi accompagna da sempre indicandomi la via. 
E' necessario esplorare le proprie ombre per scoprire la forza della propria Luce. E così mi addentro senza paura nel buio delle mie fragilità per osservarle, rinascere e trasformare il sentire.
Quando si impara a conoscersi a fondo, il corpo e il cuore sono preziosi alleati nella percezione dei segnali della quotidianità. Restare in apertura è essenziale e fluire con la vita è altrettanto determinante.
A volte si intraprendono cammini che sono funzionali alla comprensione e per questo sono temporanei: restarvi aggrappati quando cuore e corpo sono sofferenti crea un blocco. Trovare il coraggio di continuare a muoversi spesso è molto difficile. Ho sempre trovato il lasciar andare molto complicato, forse per la mia innata tendenza a non volermi arrendere, ma con l'età anche la resa mi è divenuta familiare. Immagino sia una conseguenza della libertà che la maturità ha portato con sé. Porte si chiudono, altre porte si aprono, nel rispetto di quel filo invisibile che mi lega al cuore e ad un corpo in trasformazione.
Le parole accompagnano i miei passaggi come fari di esplorazione, autoanalisi e condivisione.
A volte si manifestano in libri, altre volte in semplici riflessioni o in intime confessioni. Ritengo la scrittura una splendida terapia per cuori infranti, per menti confuse, per dita instancabili, per menti iperattive, per anime aperte a nuove visioni.
Dopo la pubblicazione del Coraggio, l'entusiasmo mi portò subito a elaborare Il Ritmo, ma poi mi ci volle un bel po' di tempo prima di prendere nuovamente la penna in mano per creare un nuovo libro. Dovevo attraversare l'inferno  del femminile per poter partorire Leila e quando vi riuscii non sapevo bene come avrei potuto esprimere l'intensità di quanto avevo esplorato. Le risposte arrivarono naturalmente, accompagnandomi nella stesura. E ora che il libro ha visto la Luce mi rendo conto delle difficoltà delle condivisione e so bene che dovrò restare aperta ai segnali per farmi trovare pronta quando la vita mi offrirà l'opportunità di poterne parlare. 
La crescita si realizza nel confronto, nel cambio di prospettiva, nell'ascolto dell'altro e devo ammettere che questa parte mi manca tantissimo.
Accolgo i passi del presente e con fiducia mi apro al dispiegarsi degli eventi.




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