sabato 27 ottobre 2018

IL GIORNO DEGLI INEVITABILI BILANCI

Nel giorno degli inevitabili bilanci arriva l'inaspettato e mi sconvolge sempre molto: un fiume in piena di auguri. 
In questo fiume galleggiano barchette con a bordo persone che mi sono vicine, altre che conosco poco, persone che mi conoscono grazie ai libri che ho scritto,  amici che non frequento da tantissimo tempo, compagni di scuola, conoscenti ...
Queste barchette portano ognuna un messaggio di cuore e mi riempiono di gioia.

Da quando ho scritto  "Il ritmo del corpo" il mio cuore ha cercato il silenzio. Un silenzio, arido di parole, volto all'interno alla riscoperta di parti di me che avevo dimenticato.
Il ricordare mi ha trasformato profondamente cambiando la mia visione della realtà. Questo movimento ha aperto nuove porte e mi ha indotto a chiuderne altre, portandomi a vedere chi sono al di là dei ruoli e delle tante dinamiche del passato che diligentemente mi portavo appresso. Quando ho cercato di osservarmi dopo questo passaggio, non mi sono più vista.
Quel vuoto mi ha destabilizzato moltissimo, ma dopo un primo momento di smarrimento, ho deciso di affondarci fino in fondo e varcata la soglia della paura ho sperimentato la libertà di un mondo di possibilità. In quel mondo mi sono persa, incapace di afferrarne una a discapito delle altre e ci sono rimasta incastrata per un bel po' assaporando la dolcezza delle infinite potenzialità. In quell'universo ovattato dove tutto è possibile, ho potuto integrare la spirale dei passaggi fatti concendendomi spazio e tempo. Spesso mi è capitato di lasciare quella dimensione di solitudine e riemergere, ma poi vi tornavo perchè ne percepivo il bisogno: mi faceva stare bene. E così sono passati due anni. Due anni in cui ho scritto poco e sperimentato tanto. Due anni di isolamento ricchi di interiorità, di dolore e di consapevolezze.

Il compleanno segna sempre svolte importanti nella mia vita e così, complice la luna piena di questi giorni, è maturata in me la consapevolezza che la trasformazione si era conclusa ed ero pronta ad aprirmi a nuovi avventurosi passaggi portando nella realtà quanto avevo appreso.
Ed eccomi qui di fronte al dilemma di come farlo. Con le parole attraverso i libri? Con seminari? con i blog? Con l'ascolto?
La scrittura ha preso svolte inaspettate conducendomi in un universo simbolico e immaginale che mi accompagna nei risvolti più reconditi dell'anima umana insegnandomi un sacco di cose. Sicuramente quello che sta emergendo è terapeutico per me, ma chi lo sa se vedrà mai la luce su carta stampata: forse è solo propedeutico al volume che verrà.
Intanto osservo la demotivazione intorno e dentro di me e scelgo consapevolmente di non farmi avvolgere da essa. 

Non è semplice resistere alla tentazione di astrarsi e non assumersi alcuna responsabilità in un mondo che cade a pezzi. La disillusione dilaga a spegnere ogni entusiamo. I cassetti colmi di sogni sono cassetti vuoti di speranze. Rinunciare è la via più semplice, quella in discesa: si procede per inerzia sopravvivendo ai problemi, scansando gli ostacoli, chiusi in un guscio protettivo di presunto "sano" egoismo. Si salvi chi può. Vivi alla giornata e godi quanto più possibile di tutto (compreso quello che non puoi permetterti): del doman non v'è certezza. 

Una luce intensa e persistente nel mio cuore illumina la ragnatela di questa demotivazione interrompendo il martellante pensiero che un filo non potrà mai cambiarne il disegno.

E' solo un filo, già, ma è il mio filo. Sono io a scegliere cosa farne. Sono responsabile delle mie scelte.  
Servirà o non servirà tessere questo filo con intensità e consapevolezza? Ritengo non sia rilevante questa domanda in relazione alla realtà che mi circonda, ma che lo sia per me stessa. E la risposta è chiara: lo è.

Nel giorno degli inevitabili bilanci arriva l'inaspettato e mi sconvolge sempre molto: un fiume in piena di auguri. 

Forse quel filo ha lasciato tracce ... non solo nel mio cuore ed è una gioia grande. Anche un solo microbico filo può fare la differenza.

Grazie infinite a tutti per gli auguri. 

Le risposte arrivano, inaspettatamente, quando si è pronti ad accoglierle. 

Oggi, in particolar modo, non posso che provare gratitudine verso quella luce interiore che può   talvolta affievolirsi, ma senza spegnersi mai.


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