giovedì 21 giugno 2018

CEDERE ALLE PROPRIE DEBOLEZZE NON SIGNIFICA ACCOGLIERLE

IO SONO FATTO COSI'.

Mi è capitato spesso di sentire questa frase e di farne uno spunto di meditazione. 
Ognuno di noi è unico e nella sua unicità racchiude infinita bellezza. 
Accettarsi è fondamentale per stare bene, ma presuppone una buona dose di consapevolezza. Accogliere le proprie debolezze non significa, infatti, identificarsi con esse e cedervi in modo incondizionato. Accogliere le proprie debolezze significa saperle riconoscere per non identificarsi con esse. 

Immaginiamo di cedere alla rabbia con facilità. Se ogni volta che vivo una situazione che risuona con questa mia tendenza ad accendermi come un cerino mi identifico con la rabbia, mi trasformerò senza neanche accorgermene in un drago sputafuoco pronto a incenerire ogni cosa. 
Immaginiamo ora di essere consapevoli di questa debolezza e di impararare a riconoscere i segnali che anticipano l'esplosione della rabbia: tensione, respiro superficiale, rigidità, calore. Immaginiamo di accettare il fatto che stiamo provando rabbia senza però identificarci con l'emozione e lasciarci travolgere da essa. 
Come? Mi sento teso? Sciolgo la tensione muovendo il corpo, anche solo rigirando tra le dita un oggetto, allungo il respiro e prendo tempo allontanandomi dalla situazione o, se non fosse possibile, riduco le parole e ricerco il silenzio. Già questi piccoli espedienti eviteranno che la rabbia superi il punto critico oltre il quale diverrà incontrollabile. 
Questo approccio mi permetterà di rimanere oggettivo senza sfociare in un delirio focoso.










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