martedì 6 febbraio 2018

COLMARE IL VUOTO INTERIORE

Immaginate una palude ingoia tutto e immaginate di buttarvi dentro qualsiasi cosa e di vederla scomparire al suo interno. Immaginate quella palude dentro di voi: una palude che ha origini antiche risalenti all'infanzia o anche prima. Immaginate la formazione di quella palude, generata dalla mancanza di un regolare deflusso delle acque. Immaginate di acquisire consapevolezza di questa stagnazione di acqua ed emozioni dentro di voi. Ed ora fate mente locale e osservate i tanti tentativi compiuti negli anni per cercare di riempirla: relazioni sbilanciate, atteggiamenti di vittimismo, ricerca di attenzioni, visibilità ed amore; ogni azione volta a creare movimento nella stagnazione è risultato inutile. Le paludi non si riempiono: si bonificano realizzando una rete di canali che raccolgono e convogliano altrove le acque e impedendo l'afflusso di acque esterne. 
Se vogliamo bonificare la nostra palude interiore dobbiamo, innanzi tutto, risolvere la stagnazione delle emozioni e dei pensieri accumulati durante la sua formazione ed imparare a lasciar andare il passato: è evidente che noi non possiamo cambiarlo, ma è altrettanto evidente che non può cambiarlo tutto ciò che risuona con esso e che attiriamo dall'esterno.
Il fossilizzarci sulle mancanze che abbiamo vissuto nella speranza di riuscire a colmarle nel presente è un autosabotaggio a tutti gli effetti: la nostra palude diverrà sempre più insalubre.
Per bonificare la palude ci toccherà lasciar andare la rabbia, il senso di impotenza vissuto, i sensi di colpa e i pensieri di vendetta; l'accettazione passa per forza di cose dal perdonare se stessi ritrovando l'amore che noi stessi ci siamo negati.
A quel punto, il terreno paludoso di una volta è pronto per essere coltivato dando fiori e frutti.









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