sabato 31 gennaio 2015

LA RIGIDITA' CHE CI APPESANTISCE

E' un periodo faticoso. Siamo di fronte ad una scelta: riconoscere il cuore all'interno della materia. Finora non ci abbiamo molto pensato, ma da dicembre abbiamo come subito un'accelerazione in questo senso. Emerge la nostra immobilità e dobbiamo farci i conti. 
La morte è immobilità, ma questa rigidità non è solo fisica e può essere  determinata anche da una situazione di blocco che ci appartiene o da una vita vissuta secondo schemi e abitudini che non rispecchiano il nostro cuore. Tutto l'universo lavora per renderci consapevoli di questo. 
In astrale è presente questa energia di "morte/immobilità" perché appartiene a molte persone e ai loro pensieri in questo momento. Se risuoniamo vibrazionalmente con essa, per via del nostro modo d'essere o dei nostri pensieri, oltre a percepire il peso della nostra rigidità ci leghiamo ad un bagaglio enorme e ce lo portiamo dietro. 
Ecco perché tante influenze, la percezione del freddo, tante cervicali, lombalgie, mal di schiena, tante depressioni, esaurimenti, suicidi e atti di pazzia. Questo è quello che sta accadendo. 
Ovviamente è semplice vedere la"morte/immobilità/rigidità" negli altri, ma è difficilissimo coglierla in noi. Per questo la proiettiamo: per divenirne consapevoli e poter divenire parte attiva nella nostra trasformazione. 
Non possiamo fare assolutamente nulla per gli altri, ma per noi stessi possiamo fare molto. Come? 
Consigli pratici: rimanere il più possibile centrati all'interno, respirazione e movimento consapevoli. Per movimento consapevole non intendo la frenesia del movimento automatico e stravolto di pensieri a cui siamo abituati, ma un movimento, anche lento, indissolubilmente collegato ad uno stato di presenza. 
Lavo i pavimenti? Bene, ascolto le mie mani, il mio corpo che si flette, il contatto con la terra: sono nel mio corpo e non nella mia mente. Se i pensieri partono a mille, respiro e torno al corpo.
Umiltà ed esercizio e si riparte, per imparare a cambiare gli schemi a cui sono abituato.
Se sono rigido, difficilmente quando mi fermo mi sento a mio agio. Mi trovo a fare i conti con  questa immobilità. E allora scappo via e corro,  mi invento duemila cose e mi preoccupo per gli altri. Mi muovo virtualmente per non trovarmi a fare i conti con il mio disagio, che rimane imperterrito al suo posto ad aspettare che mi svegli.
Imparare a stare fermi e muoversi poco per volta in modo consapevole è la via per alleggerire questo peso che pare schiacciarci al suolo. 
Vuoi essere inerte come la materia, trasformati in materia! Un po' cruda, ma credo sia arrivato il momento di far crollare il velo dell'illusione che ci ha trattenuto fin troppo a lungo. 
Il cuore non vede l'ora di riportarci alla vita, quella vera, non quella virtuale della mente. 
Con gioia apriamoci alle sue pulsazioni.







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