venerdì 7 novembre 2014

GRAZIA E SPONTANEITA'

Estratto da "La spiritualità del corpo" di Alexander Lowen:

"Un movimento è tanto più spontaneo e aggraziato quanto meno vi entra la volontà. Perché le nostre azioni abbiano grazie e naturalezza, l'Io deve confidare nell'inconscio e rispondere liberamente e compiutamente alle istruzioni che ne riceve. 
La mancanza di grazia è un segno di disagio. Nella nostra cultura, poiché il disagio è inevitabile, è raro trovare corpi aggraziati nella popolazione adulta. Osservando le persone per la strada non si può non restare colpiti dal modo goffo in cui in genere camminano; più triste ancora è il fatto che non se ne rendano conto. Molte sono anche inconsapevoli di avere dei seri problemi emotivi."



E' molto interessante questa riflessione di Lowen. 
Se pensiamo attentamente alle azioni volontarie, ci rendiamo conto di quanto spesso siano dirette da un ferreo controllo, dissociato dalla percezione corporea. 
L'educazione, l'abitudine e il ragionamento scatenano l'azione in modo automatico e inevitabilmente il contatto con il corpo viene perso.
Ovviamente questo atteggiamento crea disarmonia e genera disagio. Il corpo si muove in modo meccanico e rinuncia alla sua naturalezza: a poco a poco diviene uno strumento da usare invece di un importante alleato nel percorso di vita.  Proprio questa dissociazione favorisce il ruolo di potere della mente a discapito del cuore, che attraverso il corpo si manifesta. 
Le difficoltà all'inizio del percorso verso la consapevolezza risiedono proprio nell'incapacità di entrare in contatto con il corpo. Un corpo non ascoltato è un corpo congelato e quando si comincia a prestarvi attenzione emerge immediatamente il suo disagio. Per questa ragione, l'impatto con un lavoro consapevole è spesso molto doloroso: aprendoci all'ascolto diveniamo coscienti di qualcosa che ci appartiene, ma che avevamo abilmente messo nel congelatore per non sentirlo.

2 commenti:

  1. Io faccio i conti con una spasticità che mi impedisce ancor di più, i movimenti spontanei del corpo. Tuttavia sono pronto a scommettere di riuscire ad avvicinarmi alla mia naturalezza. MI piacerebbe tuttavia ricevere indicazioni sul come.

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    1. Fabrizio, respirare con consapevolezza è il primo passo verso un ascolto profondo di noi stessi. Spesso respiriamo in modo automatico e superficiale: se proviamo a focalizzare l'attenzione sul nostro respiro, sul processo di inspirazione ed espirazione, e permettiamo ad esso di dispiegarsi con profondità, la nostra percezione immediatamente acquisirà consapevolezza e ci allineeremo sempre più con chi siamo. La naturalezza si manifesta grazie ad un processo di accettazione. In fondo l'armonia nasce dall'accoglierci per come siamo: è uno stato interiore, uno stato di presenza che illumina la nostra fisicità.

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