domenica 9 novembre 2014

TENSIONE E RIGIDITA'

Estratto da "La spiritualità del corpo" di Alexander Lowen:

"La sensazione è la vita del corpo, come il pensiero è la vita della mente. Se l'individuo riesce a sentire la propria tensione non come un malessere o un dolore misterioso, ma come una difesa contro certi impulsi o certi sentimenti, attiverà la propria energia per allentare la tensione e dare appropriata espressione al sentimento. Ma non è un compito facile. Sapere e sentire quanto si è stati offesi può essere fonte di profondissima sofferenza. Eppure ce ne possiamo liberare solo sentendo le nostre tensioni e intuendo il loro nesso con i sentimenti repressi di paura, rabbia e tristezza. in molti casi il divenirne consapevoli porta a manifestarli spontaneamente e a scaricare così la tensione."



Se ascoltiamo con attenzione il nostro corpo, ne percepiamo la tensione e la rigidità che spesso ci accompagna. Le spalle contratte, il collo teso, la schiena sofferente, le gambe rigide ... sono condizioni che tutti abbiamo sperimentato, come la difficoltà a staccare la spina e rilassarsi quando ci sentiamo così. Il corpo non ce lo concede e attira inevitabilmente la nostra attenzione sul dolore. La reazione automatica attivata dal cervello di fronte al dolore è l'ulteriore contrazione muscolare della parte interessata con conseguente infiammazione. La risposta più frequentemente adottata, a quel punto, è l'assunzione di un antinfiammatorio per lenire il dolore, annientando il sintomo (che inevitabilmente ricomparirà, non avendo risolto l'origine del problema). 
Personalmente ho dovuto trovare una soluzione alternativa (essendo allergica ai Fans - antidolorifici e antinfiammatori) e il respiro mi è stato di grande aiuto. Non è stato semplice, soprattutto, quando il dolore era acuto, ma continuando imperterrita a mantenere la centratura sul respiro, ho acquisito il distacco necessario a deviare l'attenzione dalla sofferenza, permettendo al mio corpo di rilassarsi. Attraverso un ascolto consapevole la natura emotiva del disagio è emersa naturalmente e questo mi ha permesso di elaborarla. A seguito della comprensione dell'emozione repressa e della sua elaborazione attraverso un processo di accettazione (procedimento che a volte ha richiesto ore, altre giorni interi o anche mesi!), la tensione è "magicamente" scomparsa in modo definitivo. 
Ovviamente dietro questo approccio, che può, di primo acchito, sembrare molto semplicistico ci sono anni di lavoro consapevole alle spalle. 
Infatti, si impara a respirare inizialmente di fronte a problemi banali, alla portata di un lavoro sperimentale teso a conoscersi. Di fronte ad un grande dolore è  impossibile respirare con tranquillità senza un opportuno training: si rischia solo di accumulare tensione e frustrazione di fronte all'incapacità a rimanere focalizzati sul respiro.
Si tratta di un lavoro faticoso, che richiede grande pazienza, ma il percorso verso la consapevolezza trova nel superamento di questi ostacoli, la sua realizzazione.


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