Vi siete mai chiesti come mai ogni volta che si cerca di controllare gli eventi, questi abbiano la capacità di prendere una direzione insospettata scombussolando tutte le nostre aspettative?
Il controllo è qualcosa a cui ci siamo talmente abituati, da averlo integrato nel nostro modo di vivere. Vuoi per i modelli educativi e sociali che ci hanno cresciuto, vuoi per le nostre aspettative unite a quelle di una società sempre in corsa, vuoi per un bisogno di sicurezza che ha reso punti di riferimento esterni (lavoro, famiglia, partner ...) la base del benessere e della realizzazione personale.
E così ci siamo costruiti un mirabolante castello di carte convinti di esserne il re o la regina. E l'illusione funziona fintanto che la vita non sceglie, per il nostro bene, di minarne le fondamenta, facendolo cedere carta dopo carta, o di soffiarlo via per intero in un colpo solo.
Quando ci troviamo incoronati sotto le carte del nostro castello in rovina, percepiamo il peso delle rinunce fatte negli anni e dei compromessi accettati per erigerlo in tutto il suo effimero splendore.
Di colpo ci trasformiamo da regali rappresentanti a martiri con corona di spine e passiamo il tempo a piangerci addosso per poter recuperare le forze e reagire a tanto accanimento. Non ci passa neanche per la testa che la disfatta sia per il nostro bene e ci arrabbiamo furiosamente con chi ha il coraggio di tentare di addolcirci la pillola cambiando prospettiva agli eventi. Al crollo segue sempre l'era della soggettività: povero me. E' un passaggio obbligato: lo dobbiamo a noi stessi, il leccarci le ferite d'altro canto è terapeutico, è il nostro modo di prenderci cura del nostro orgoglio ferito.
Ma la vita non si può fermare e prima o poi l'era dell'oggettività deve tornare a far capolino per la nostra stessa sopravvivenza. Da povero martire, ci trasformiamo in martiri in cammino e a seguire, in martiri muratori e ricominciamo a vivere.
Come?
Se la batosta è stata epocale, magari ne facciamo tesoro e cambiamo prospettiva al vissuto e alle priorità ricostruendo sulle ceneri come l'araba fenice, ma trasformati dall'esperienza e consapevoli dell'illusione che ci aveva diretto.
Se la batosta è stata un assaggio, riprendiamo le carte e torniamo a giocare, impilandole con certosina precisione e pregando che nessuno soffi mai sul nostro magnifico castello ...
E così ci siamo costruiti un mirabolante castello di carte convinti di esserne il re o la regina. E l'illusione funziona fintanto che la vita non sceglie, per il nostro bene, di minarne le fondamenta, facendolo cedere carta dopo carta, o di soffiarlo via per intero in un colpo solo.
Quando ci troviamo incoronati sotto le carte del nostro castello in rovina, percepiamo il peso delle rinunce fatte negli anni e dei compromessi accettati per erigerlo in tutto il suo effimero splendore.
Di colpo ci trasformiamo da regali rappresentanti a martiri con corona di spine e passiamo il tempo a piangerci addosso per poter recuperare le forze e reagire a tanto accanimento. Non ci passa neanche per la testa che la disfatta sia per il nostro bene e ci arrabbiamo furiosamente con chi ha il coraggio di tentare di addolcirci la pillola cambiando prospettiva agli eventi. Al crollo segue sempre l'era della soggettività: povero me. E' un passaggio obbligato: lo dobbiamo a noi stessi, il leccarci le ferite d'altro canto è terapeutico, è il nostro modo di prenderci cura del nostro orgoglio ferito.
Ma la vita non si può fermare e prima o poi l'era dell'oggettività deve tornare a far capolino per la nostra stessa sopravvivenza. Da povero martire, ci trasformiamo in martiri in cammino e a seguire, in martiri muratori e ricominciamo a vivere.
Come?
Se la batosta è stata epocale, magari ne facciamo tesoro e cambiamo prospettiva al vissuto e alle priorità ricostruendo sulle ceneri come l'araba fenice, ma trasformati dall'esperienza e consapevoli dell'illusione che ci aveva diretto.
Se la batosta è stata un assaggio, riprendiamo le carte e torniamo a giocare, impilandole con certosina precisione e pregando che nessuno soffi mai sul nostro magnifico castello ...
Nessun commento:
Posta un commento