Spesso mi sono soffermata a pensare come mai la vita, a volte, sembri così faticosa.
Ora che ho raggiunto la leggerezza nella mia quotidianità, lo sto, a poco a poco, comprendendo.
Sicuramente le emozioni giocano un ruolo determinante nel rendere il vissuto "pesante": ogni evento è visto attraverso la lente emotiva delle nostre paure e debolezze e diviene, quindi, drammaticamente importante.
Un altro impedimento è rappresentato dagli attaccamenti: alle cose, alle persone, alle situazioni, alle abitudini, al ruolo che ci siamo scelti, alla maschera che indossiamo per sentirci a nostro agio... possono essere innumerevoli i motivi che limitano la nostra libertà di scelta e vincolano il nostro agire al perseguimento di qualcosa.
Più sottile, ma non meno importante, la mancata accettazione di noi stessi che lega a doppia mandata il nostro benessere ad una serie infinita di aspettative.
Ecco che il nostro agire perde di spontaneità, tendiamo ad essere sempre molto controllati e rigidi nei confronti dei cambiamenti e nelle relazioni con gli altri: viviamo ogni situazione con grande soggettività e sofferenza.
Il divenirne consapevoli è un primo passaggio.
Imparare ad ascoltarsi e conoscersi sarà il successivo.
La dimensione dell'interiorità ci aiuterà a comprendere cosa ci fa stare bene.
Saremo liberi di scegliere se perseguire il nostro benessere o se rimanere agganciati ai nostri schemi abituali.
Tutti abbiamo ali per volare, ma pochi hanno il coraggio di spiegarle per spiccare il volo.
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