Estratto da "Tao Te Ching" - Lao Tsu - traduzione e cura di Augusto Shantena Sabbadini:
"Dunque la realtà, in senso ultimo, non è fatta di cose, di singoli esseri separatamente esistenti. Tuttavia viviamo in un mondo di cose, di singoli esseri: viviamo in un mondo "nominato", in un mondo di "nomi", e non può che essere così, perché non appena si dà una coscienza come soggetto si dà un mondo, un altro da sé, come suo oggetto. Il "senza nome" è l'indifferenziato, l'unità primordiale, l'unus mundus. Il "nominare" è l'atto con cui dall'indifferenziato emergono soggetto e oggetto, coscienza e mondo e da lì si dipanano le diecimila cose. Questo atto è "la madre".
Dal suo grembo parte il nostro viaggio, la nostra avventura di esseri che si identificano con una esistenza indipendente, e a quel grembo il viaggio ritorna."
Ho voluto cambiare prospettiva alla parola "madre", un nome che in realtà ne racchiude infiniti.
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