Spesso siamo portati a focalizzare la nostra attenzione su chi è diverso da noi o su chi riteniamo migliore o peggiore di noi. Il nostro sguardo e' carico di giudizio, ammirazione o al contrario invidia, disprezzo. E' difficilissimo mantenere un'attitudine di rispetto, libera dai nostri schemi mentali ed educativi. Il confronto e' connaturato in noi perché lo adottiamo come strumento per conoscerci, nell'illusione che possa aiutarci a comprendere chi siamo disidentificandoci dall'altro. Questo comportamento ci rende liberi di apprezzare ciò che ci piace e riconoscerlo come nostro e detestare ciò che non sopportiamo allontanandoci dai nostri simili; ci rende forti e spavaldi nella nostra presunzione.
Il lavoro interiore riporta lo sguardo all'interno e se supportato da grande umiltà, ci conduce gradatamente a riconoscere dentro di noi quello che osserviamo all'esterno. E' un lavoro doloroso se condotto con giudizio. E' il ritornare a scavare nelle proprie radici per poter ramificare in alto. Più in basso scenderemo e maggiore sarà la nostra espansione verso l'alto. Quella discesa in profondità ci costerà grande fatica e sofferenza, ma solo questo processo di riconoscimento della nostra stessa ombra aprirà le porte all'empatia necessaria a stabilire relazioni equilibrate, rendendoci umili nella nostra semplicità.
Il lavoro interiore riporta lo sguardo all'interno e se supportato da grande umiltà, ci conduce gradatamente a riconoscere dentro di noi quello che osserviamo all'esterno. E' un lavoro doloroso se condotto con giudizio. E' il ritornare a scavare nelle proprie radici per poter ramificare in alto. Più in basso scenderemo e maggiore sarà la nostra espansione verso l'alto. Quella discesa in profondità ci costerà grande fatica e sofferenza, ma solo questo processo di riconoscimento della nostra stessa ombra aprirà le porte all'empatia necessaria a stabilire relazioni equilibrate, rendendoci umili nella nostra semplicità.
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