Avete mai riflettuto attentamente su questo termine?
Ci teniamo ad essere considerati dagli altri e a nostra volta tendiamo a considerare chi stimiamo, chi amiamo e anche chi ci infastidisce.
Questa attitudine ci lega agli altri e ci rende schiavi del loro agire. Quante volte permettiamo alla nostra energia di essere diretta da un comportamento di chi ci circonda? Quante volte subiamo inconsciamente un giudizio esterno di una persona che teniamo in considerazione? Quante volte tendiamo a confrontarci e a limitarci dando potere a chi consideriamo?
La considerazione è una dipendenza interiore che come un filo invisibile ci avvolge e ci condiziona nel pensiero e nell'azione. Nel momento in cui mi lascio andare alla considerazione, limito il mio potere di discernimento e lo cedo inconsapevolmente agli altri.
Pur in questa consapevolezza, quante volte permettiamo alle parole di chi "consideriamo" di ferirci? E quanto lavoro è necessario per riacquistare la propria libertà?
Nel caso in cui la considerazione ci riguardi personalmente e ci induca a valutarci migliori o peggiori degli altri, essa evidenzia la nostra presunzione e la nostra insicurezza in un contesto di confronto con l'esterno. La schiavitù interiore dell'autoconsiderazione dipende dall'attitudine mentale di fronte alle proprie debolezze non elaborate.
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